Amministrative, non presentabili: parlano i candidati sindaco
La richiesta di intervento della commissione antimafia nazionale e di quella regionale ha avuto il riscontro con la Procura che ha avviato con la Digos una verifica se autocertificazioni dei candidati al consiglio comunale da allegare all’accettazione della candidatura fossero rispondenti al vero. “Il consiglio comunale di Siracusa è stato il più indagato d’Italia – dice l’arch. Giuseppe Patti, fautore dell’iniziativa – mi rifiuto di pensare che la mafia sia interessata a entrare al Vermexio ma pongo una questione etica e morale a chi ha deciso di vincere le elezioni con qualsiasi mezzo, inserendo in lista soggetti che possano intercettare un voto non libero e condizionato”.
“Da quando ha avuto inizio la campagna elettorale – afferma il candidato a sindaco Ezechia Paolo Reale – alcuni candidati sindaci stanno riproponendo il clima di odio, di insulti, attacchi personali e strumentalizzazioni al quale hanno abituato la città in questi ultimi 5 anni. Io non ho nessuna intenzione di farmi trascinare nella loro velenosa palude, dove hanno già iniziato a sguazzare anche altri vecchi e nuovi moralizzatori a corrente alternata”.
Il dibattito è aperto anche tra i 7 candidati a sindaco. Il più concreto è stato Fabio Granata il quale ieri mattina ha consegnato al prefetto Castaldo i Codici etici antimafia firmati dai 64 candidati delle due liste supporto, oltre a un’indicazione su alcuni candidati presenti in altre liste che ritiene essere non in linea con il codice. “Noi – dice Granata – pretendiamo che tutte le altre liste che concorrono alla formazione del nuovo consiglio comunale siano in linea col codice. Dalle informazioni in nostro possesso, molte liste non lo sono per niente”.
Anche il movimento cinque stelle si è mosso tra i primi a denunciare la presenza del fenomeno dei cosiddetti non presentabili: “Il movimento – dice il candidato sindaco Silvia Russoniello – ha posto al centro del proprio programma elettorale il tema della legalità. E’ a tutti noto l’alone di dubbio e di sospetto che permea la composizione di alcune liste di candidati. Il M5S ha selezionato i propri candidati in base a rigide regole di selezione”.
Nel corso di alcuni confronti, il candidato a sindaco Fabio Moschellaha sollevato il problema della composizione delle liste dei candidati in consiglio comunale: “Sono disponibile a firmare un Codice Etico contro ogni tipo di inquinamento della vita pubblica e quindi contro la presenza fra i candidati di soggetti che non possono vantare trasparenza e limpidezza dal punto di vista della moralità. Non è possibile che basti un’autocertificazione per presentarsi candidabile. Occorre un filtro giuridico”.
“Il rispetto del codice antimafia è una condizione essenziale – dice il candidato sindaco Francesco Italia – ho fatto parte di una giunta che ha combattuto contro un sistema delinquenziale. La legalità è un impegno imprescindibile, una precondizione per una buona amministrazione”.
“Nella composizione della lista siamo stati molto attenti a scegliere candidati senza alcun’ombra – sostiene il candidato sindaco per la Lega, Ciccio Midolo – la questione legalità è al centro del nostro programma. Non è eticamente tollerabile che in altre liste vi siano politici coinvolti, ad esempio, in Gettonopoli e Firmopoli”.
“La mia lista – dice il candidato sindaco Giovanni Randazzo – ha deciso di aderire al codice etico. Pur consapevole che si tratta allo stato di adempimento su base volontaria, ritengo che sia importante, adottare tale precauzione per contribuire ad assicurare a Siracusa un consiglio comunale non sfiorato da dubbio alcuno, pulito e senza pericoli di condizionamento”.