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Amministrative, tra veleni e colpi bassi nessun candidato sarà eletto al primo turno e alla fine vincerà l’astensione

Tra poche ore la campagna elettorale per le amministrative, è finita, dove c’è da dire che Priolo e Siracusa si somigliano nelle tematiche sviluppate e nei racconti scarni tra comizi e visite guidate; tocca ora agli elettori riflettere su chi votare e chi scartare. Inizia così il silenzio dopo una lunga diatriba senza esclusione di colpi, in un clima di permanente scontro velenoso e tanti colpi bassi e accuse al vetriolo. Anche questa volta, la politica non si è fatta sfuggire il ricorso all’arma giudiziaria o all’intimidazione col fuoco, per combattere l’avversario, mentre si è parlato poco o niente dei problemi dei cittadini chiusi nella morse dell’immobilismo da tanto, troppo tempo. Il riferimento è ai problemi reali che quasi mai coincidono con le fanfaronate elettorali che abbiamo ascoltato in lungo e in largo. Ciò che abbiamo udito sono state le solite sparate cariche di demagogia e strumentalizzazione, come in una folle crociata senza un serio programma elettorale

Per Siracusa, le previsioni ora parlano che nessuno dei partecipanti sarà eletto al primo turno, e in caso di ballottaggio, per effetto della lotta interna, i pronostici ribaltano la logica deduzione dei numeri a favore degli interessi generali diffusi tra i tanti raggruppamenti, mentre fra incerti e astenuti a naso si supera abbondantemente il 40% degli elettori. Molti candidati in un tentativo, estremo e disperato hanno tentato di ritagliarsi un minimo di affidabilità, ma la confusione messa in campo dalle mille liste e listini che non raggiungeranno il fatidico 5% (almeno 9), disegna una dinamica che da molte settimane porta tanti elettori a non riconoscersi in certi valori, per assistere a un marasma in cui a imperare sono ancora una volta gli interessi di gruppi, dove molti dei candidati sono semplice portabandiera; diventa così difficile contrastare il meccanismo perverso, molto più duro dei poteri forti conosciuti, che devono cinturare il proprio spazio per una gara, tutta interna alla propria alleanza, a prescindere dalla pletora di nomi riempitivi inseriti nei simboli delle liste per colmare gli spazi vuoti.

Un confronto serio tra i candidati non è mai avvenuto tra gli aspiranti a sindaco, così come sui programmi e sulle soluzioni realizzabili, nel pieno inganno elettorale, si chiede un’adesione di facciata, in una realtà in cui non si discute. E non importa ovviamente quale sia la realtà in una città abbandonata e ridotta alla fame, nell’indifferenza generale.

Marco Giusti

 

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