Ammutinamento Fatima II, confermata in appello la condanna per due egiziani
Dopo due ore di camera di consiglio, la terza sezione della corte d’assise d’appello di Catania ha emesso la sentenza con cui ha confermato le condanne inflitte in primo grado a carico di due cittadini egiziani, ritenuti responsabili dell’ammutinamento della motobarca Fatima II e della morte del comandante Gianluca Bianca. I giudici hanno accolto appieno le richieste del rappresentante della pubblica accusa, Concetta Ledda, che aveva sollecitato la condanna per i fatti avvenuti il 17 luglio 2012 in acque internazionali.
Il verdetto riguarda Mohamed Elasha Rami e Mohamed Ibrahim Abd El Moatti Hamdy, che sono stati riconosciuti colpevoli sulla scorta delle dichiarazioni rilasciate del tunisino Slimane Abdeljelil, detto Benzina (che ha ottenuto la conferma della sentenza di primo grado e qiuin di assolto per non avere commesso il fatto), e condannati ciascuno alla pena di 26 anni di reclusione per sequestro dei membri italiani dell’equipaggio e per l’omicidio del comandante della motobarca. La sentenza è stata emessa dopo che in mattinata avevano discusso i legali della parte civile e i difensori dei due imputati, avvocati Alessandro Cotzia e Rosario Giudice. La corte d’assise d’appello ha dato un termine di trenta giorni per il deposito delle motivazioni. I legali della difesa dei due egiziani hanno preannunciato di ricorrere per Cassazione.
Si chiude, quindi, un processo scaturito dell’ammutinamento del peschereccio, partito da Siracusa per una battuta di pesca tra l’Egitto e l’isola di Creta. I tre stranieri avevano insistito per essere presi a bordo. Del motopeschereccio si erano perse le tracce dalla sera di venerdì 14 luglio 2012. Domenica mattina uno dei tre marinai siracusani, rinchiusi in un locale dell’imbarcazione, ha lanciato l’allarme. Con gli altri due compagni era su una zattera di salvataggio a circa 20 miglia dalla costa greca. Un mercantile delle isole Marshall ha avvistato i naufraghi e guidato una motovedetta greca che ha portati in salvo. Dal loro racconto è emerso l’episodio dell’ammutinamento, del sequestro del comandante e della sua scomparsa.