Asili Nido, nel “bosco” delle menzogne, luci e ombre, grida e sussurra …
La faccenda degli asili nido a Siracusa somiglia sempre più alla favola di cappuccetto rosso e del lupo cattivo. E mentre possiamo immaginare chi è cappuccetto rosso, diventa difficile capire chi è il lupo nascosto nel “bosco del Vermexio”, tra delibere, determine, e i tanti comunicati stampa fantasma. Identificare gli agnelli da sacrificare invece è stato semplicissimo. Sono le vittime predestinate di un gioco al massacro, fatto d’intrallazzi, di connubi, di grida e sussurra, in una “lottizzazione abusiva”, e senza alcuna colpa pagana; incassano lo scotto di essersi trovati nel “posto sbagliato”, e senza aver peccato hanno semplicemente voglia di lavorare; ma è per loro un diritto negato. Non percepiscono gli stipendi, e sono riflessi dalla politica che non trova il senno del poi, e non trovano pace nella guerra delle parti. 250 posti di lavoro a rischio mentre il pianista continua a suonare la musica stonata del silenzio assordante del pianoforte della politica insensata, confusa, denigrata dalla stessa sostanza in cui si amalgama il brodo delle alleanze e della mezze verità, senza aver capito che si tratta della sopravvivenza di tante famiglie, prigionieri di una guerra che non gli appartiene, in un mare di soprusi, denunce, lamentele, ricorsi e accuse.
Protestano e gridano forte la loro rabbia, ma sono disarmati dal menefreghismo del Palazzo. Le condizioni e i diritti sono annullati dalla volontà a senso unico. Chiamano in causa il Prefetto per una questione di mera amministrazione. Siamo arrivati ad un passo dal baratro, e senza arrossire nessuno spiega perché questo dramma colpisce le famiglie di tanta brava gente che semplicemente lavora. La tensione aumenta ogni giorno, ma chi amministra non conosce la coscienza, la responsabilità di cosa vuol dire amministrare la casa comune, e senza capire nemmeno perché, rimane abulico in silenzio.
E se la consigliera Simona Princiotta ritorna ad essere l’eroina della politica siracusana, non vi lamentate, perché non si può negare che aveva previsto anche questo ennesimo episodio di poca volontà “ossequiosa”. La colpa è solamente della “mezza politica”; è la negazione della verità incontroverbile, dove non c’è niente di nobile. La politica è un’arte, e se è vero che può esserci un maestro senza il peggiore fine, allora si registra ancora una volta l’arroganza e la presunzione e della confusione, nel voler confondere anche le proprie e altrui idee. Chi è causa del proprio male pianga se stesso.
Concetto Alota