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Assoporto Augusta incontra il sindaco Di Mari e l’assessore Patania

Perplessità sul deposito di  Gnl che l’Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia orientale sta valutando, poca chiarezza sugli altri progetti e mancanza di coraggio nelle scelte per lo sviluppo del porto di Augusta.

Questi i più importanti temi affrontati durante l’incontro che Assoporto Augusta ha avuto, nei giorni scorsi, con il sindaco Giuseppe Di Mare e l’assessore al Porto  Tania Patania  nella sede del gruppo Ormeggiatori di Augusta con l’obiettivo di fornire suggerimenti  e proposte utili per la portualità. Proposte che non possono non partire dal deposito di Gnl,  una grande   opportunità  non soltanto perché  fondamentale per i porti delle reti Ten-T, ma anche in prospettiva futura in quanto è ormai necessario  cominciare a pensare ad una diversificazione del settore energetico presente oggi nel porto megarese con l’utilizzo di tutte le tecnologie possibili, dal Gnl, all’idrogeno, alle rinnovabili.

Come Assoporto Augusta da tempo chiediamo che venga strutturato un deposito di Gnl nel porto, oggi suoniamo però un campanello d’allarme: “E’ proprio questo il progetto utile ed adatto al porto megarese?”si chiede il presidente dell’associazione dei portuali megaresi Marina Noè–  Basta guardare a quelle realtà già organizzate per rendersi conto che, probabilmente, il progetto è sottodimensionato rispetto alle necessità esistenti. Come esempio per tutti, nel porto industriale di Marghera, nella vicina splendida Venezia si sta progettando un impianto di deposito per di 32.000 m3 mentre ad Augusta si pensa ad un deposito di appena 4800 m3, anche se lo scalo megarese per la sua posizione geografica al centro del Mediterraneo potrà rappresentare un passaggio obbligato per le tante imbarcazioni a Gnl, per i giganti del mare sia per il settore  croceristico che per le navi containers”.

Ma c’è di più. Il progetto prevede l’investimento privato di circa 50 milioni per l’utilizzo di una porzione di pontile e più precisamente quella adiacente alla terraferma e Assoporto si chiede cosa succederà alla rimanente parte del pontile, come potrà essere utilizzata e manutenuta in presenza di una stazione di Gnl e come si concilia la presenza di un impianto di Gas naturale liquefatto con la zona cantieristica adiacente identificata nel piano strategico.

“Forse occorre ripensare ad un deposito a terra di maggiori dimensioni, nella zona industriale dismessa (ex fertilizzanti) o totalmente offshore considerato che l’impianto che si sta valutando adesso, oltre ad essere sottodimensionato per le reali necessità, è anche di fatto un impianto a terra” -aggiunge Noè che si interroga, inoltre,  su quale esperienza abbia nel settore il gruppo che sta presentando il progetto, considerato che è solo una società di consulenza aziendale, mentre  nulla si sa dei 6 progetti che hanno partecipato alla manifestazione d’interesse bandita dall’Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia orientale.

Una mancanza di informazioni che riguarda non solo il Gnl, ma diversi progetti  e per  questo Assoporto tiene a ringraziare il sindaco Di Mare che ha voluto, sin dal suo insediamento, operare per il tramite del suo assessore Patania, convocando tavoli tecnici tematici che danno agli operatori l’opportunità di partecipare attivamente alle scelte, con  il loro contributo di opinioni e di progetti che solo gli imprenditori sanno dare.

E mentre ad Augusta si elabora, ogni anno, un Piano triennale delle opere che sembra essere un copia incolla di quelli precedenti non realizzati, altrove si compiono scelte coraggiose. E’ di qualche giorno fa, infatti,  la notizia che il presidente dell’ Adsp di Sicilia occidentale ha firmato un accordo con Fincantieri per la realizzazione di un polo della cantieristica per la costruzione di grandi dimensioni, spostando il traffico commerciale dei container  da Palermo  a Termini Imerese e, di fatto, decongestionando il traffico. E’ stata compiuta  una scelta strategica, come pure  ha fatto Messina che ha spostato il maggior traffico su Tremestieri, raggiungendo il medesimo obbiettivo, mentre Gioia Tauro sta lavorando ad un progetto per l’acquisto  di un enorme bacino galleggiante di carenaggio per le riparazioni navali.

Ad Augusta l’Adsp sta realizzando un intervento di rafforzamento delle testate della diga foranea, di cui siamo lieti, maafferma ancora Assoporto Augustache è  sì un’ opera necessaria ma da intendersi come manutenzione straordinaria.   Qui ci perdiamo nella realizzazione di centinaia di metri di banchina e  nel frattempo tutto tace. E quei pochi spazi nel porto commerciale spesso sono inutilizzati o utilizzati come depositi e non consentono lo sviluppo. Abbiamo appreso durante l’ultimo tavolo tecnico sul Recovery plan che tutti i progetti esecutivi del porto di Augusta sono regolarmente finanziati e che non  c’è nessun problema, ma ribadiamo che si tratta di ordinaria amministrazione, ad esclusione dell’investimento per l’ultimo miglio della rete ferroviaria. Forse non c’è coraggio, ormai non è d’interesse o peggio ancora l’interesse è che tutto rimanga così come è, in modo da non dare fastidio. Manca per il porto di Augusta una visione più lungimirante, il progetto significativo di svolta”.

E sembra esserci, invece, più attenzione per il porto di Catania, e  gli operatori di Assoporto Augusta, che in passato hanno denunciato di star perdendo la guerra dopo aver vinto la battaglia per il mantenimento ad Augusta della sede dell’ Adsp, sottolineano  che con i fondi che arrivano dal porto di Augusta e su circa 300 milioni di somme previste per investimenti, i due terzi sono stati destinati  dall’ Adsp al territorio di Catania.

Eppure le idee di investimenti non mancano. “Abbiamo proposto di riprendere il progetto di massima, già presentato all’Unione europea, dell’ex  presidente Garozzo relativo alla costruzione di una banchina di notevoli dimensioni collocata nella zona della diga che  – spiega Noè- verrebbe incontro a diverse esigenze, tra cui quella la più importante  di favorire la penetrazione del mercato del gigantismo navale. E’ tempo di regole, di piani regolatori, di verifica dei singoli progetti in un quadro d’insieme, che deve dare certezza di sviluppo per i prossimi cinquant’anni”.

E fondamentale diventa allora il ruolo della politica in un contesto più ampio possibile e in quella  unione d’intenti che, finora, è mancata.  “Abbiamo denunciato come fino ad ora ci siamo sentiti orfani di rappresentanza politica e ai siracusaniconclude la presidente degli operatori portuali –  gridiamo di  svegliarsi. Non c’è più tempo, oggi si decidono le sorti dei maggiori investimenti e lo sviluppo dei nostri territori, già è arrivata la prima penalizzazione sul ponte sullo stretto di Messina, domani ci accorgeremo che il nostro territorio non avrà ne rappresentanti capaci e coraggiosi nè sviluppo. Occorre unire le forze e il nostro capoluogo di provincia con i suoi parlamentari deve considerare Augusta ed il suo porto una cosa propria. Ringraziamo quei deputati che si sta occupando del nostro porto, considerandolo il vero volano di sviluppo, l’unico porto hub della nostra terra”.

Augusta, 21 Gennaio 2021

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