Augusta, Gennuso: “Basta sbarchi al porto di Augusta”
“Le Cooperative e le società che si occupano di migranti continuano a fare soldi in Sicilia. Più che dare ospitalità ai profughi, con il denaro pubblico,viene offerto ai clandestini vitto e alloggio, tra l’altro con tante pretese, con tanti comfort e Wi-finelle strutture dove risiedono. Il 2016 è stato un anno disastroso per le aziende portuali che operano ad Augusta a causa dei continui sbarchi. E’ arrivato il momento di dire basta, i clandestini li portino altrove”.
Il deputato all’Ars del Gruppo Pid – Grande Sud, on. Pippo Gennuso, raccoglie l’allarme lanciato nei giorni scorsi da Assoporto Augusta. “Il porto commerciale di Augusta se è vero, come è vero, che è la rada più importante e strategica del Sud del Mediterraneo, con l’impressionante sbarco di clandestini, ha bloccato le reali funzioni commerciali ed imprenditoriali del porto. Le banchine sono occupate, così come anche gli ormeggi. Oggi a causa di quella che ritengo un’invasione da parte del governo centrale, il porto megarese anziché portare sviluppo, ha collassato le attività imprenditoriali, mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro di aziende che lavorano nel settore marittimo. Mi riferisco alla cantieristica, alla logistica, al bunkeraggio ed a tutte le altre attività inerenti al porto.”
Gennuso con ironia lancia la provocazione. “Perché i clandestini non li fanno sbarcare a Genova, o a Venezia o Civitavecchia – afferma il parlamentare -. La politica deve fare la sua parte per salvare il porto commerciale di Augusta, che va liberato e nel contempo bonificato, anche per la presenza di metalli pesanti generati dall’inquinamento industriale. Chiederò al governo regionale di farsi carico di questo problema e di avanzare ai Ministeri degli Interni e delle Infrastrutture la proposta avanzata da Assoporto Augusta, ampiamente avallata da Confcommercio Siracusa, di spostare gli sbarchi dei migranti o nel pontile della Nato, se proprio debbono arrivare nel Siracusano, o meglio ancora fare attraccare le navi cariche di clandestini in Calabria, nel porto di Corigliano. Ci tengo a precisare – concludeGennuso – che qui non c’è nessuna forma di razzismo, ma si tratta di tutelare una trentina di aziende augustane che hanno pagato e continuano a pagare a caro prezzo gli effetti della crisi economica. La provincia di Siracusa non può permettersi il lusso di incrementare l’esercito dei disoccupati”.