Augusta, relitto degli orrori: un anno dopo nessuna destinazione
Ad un anno dalla tragedia in mare, ancora incomprensibilmente allo stallo il relitto del barcone del più grande naufragio di migranti del Mediterraneo, fermo e senza una chiara destinazione al pontile della Marina militare.
Il “Comitato 18 aprile” continua a sostenere e a chiedere con forza che il relitto rimanga ad Augusta per istituire il “Giardino della memoria”. Il barcone naufragato nel Canale di Sicilia il 18 Aprile 2015, causò la morte di almeno 700 migranti. Nello stesso periodo, per iniziativa dei parroci, della Cgil, di Legambiente e di persone sensibili ed impegnate sul fronte delle migrazioni, si è costituito il “Comitato 18 aprile”, con lo scopo di serbare la memoria del tragico naufragio e per sostenere ed alimentare la solidarietà che gli abitanti di Augusta hanno dimostrato e dimostrano nei confronti di chi è costretto a lasciare il proprio paese. Promuovere la cultura dell’accoglienza, fare informazione e confrontarsi sia localmente sia con altre e diverse realtà sulle migrazioni.
“Quale segno emblematico della conservazione della memoria e della volontà di praticare la solidarietà, abbiamo ripetutamente chiesto ai Presidenti del Consiglio che si sono succeduti, ai Ministri competenti ed alle Istituzioni locali, che il relitto del peschereccio, ancora oggi ospitato all’aperto al pontile Nato nella base della Marina Militare, nel porto di Augusta, non sia né demolito né sia trasferito altrove – ha fatto sapere il referente del Comitato 18 aprile, Cettina Saraceno – Chiediamo agli enti competenti che qui rimanga e che sia collocato in un’area dove intendiamo realizzare un “Giardino della Memoria” dedicato alle vittime delle migrazioni”. Iniziativa, questa, che ha trovato la simpatia dell’opinione pubblica e soprattutto il sostegno del sindaco di Augusta, Cettina Di Pietro, che l’ha perorata nelle competenti Istituzioni che, però, non hanno finora risposto, neppure con un diniego.
“Ad un anno di distanza dall’ingresso del barcone nel porto megarese, da dove da tempo ormai sono state rimosse le salme, – fa sapere il Comitato – sono cadute nel dimenticatoio le grandi dichiarazioni di principio degli esponenti di Governo ed i loro progetti di portare il relitto del barcone a Bruxelles, a Milano o altrove, pertanto, torniamo a chiedere rispetto per le vittime, per la loro memoria e per Augusta. Chiediamo ancora una volta, che sia accolta la nostra richiesta – sentita e condivisa da molti – di non abbandonare il relitto, ma di collocarlo ad Augusta nel “Giardino della Memoria”, della Chiesa di Monte Tauro a testimonianza della tragedia del 18 aprile 2015 e di altre che continuano a susseguirsi.
Francesco Giordano