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Autodromo di Siracusa, bene in vendita fra mille polemiche

Autodromo di Siracusa, da tre anni nel dimenticatoio, riemerge per fare cassa. Il commissario straordinario del Libero consorzio, Giovanni Arnone, lo ha inserito tra i beni da alienare. Il prezzo di vendita è di 5 milioni e 400 mila euro, poco più di quanto l’ex Provincia ha destinato come quota contributo al project financing, aggiudicato alla società Maioli di Ravenna.

Il fallimento dell’azienda, avvenuto nel 2012, non ha permesso di portare a compimento la ristrutturazione dell’intero impianto automobilistico. L’ente, peraltro, sta pagando un mutuo, praticamente a vuoto. Rimane da restituire alla banca qualcosa come 2 milioni e 800 mila euro.  Prima che si attivassero le procedure del progetto di finanza con la pubblicazione del bando di interesse europeo, attorno al circuito automobilistico di Siracusa si erano affacciate tre aziende, tra le quali la Pirelli, interessate a rilevare l’impianto. Ma si è scelta la strada che oggi ha portato a un vicolo cieco.

Per l’ultimo presidente della Provincia regionale di Siracusa, Nicola Bono, la svendita dell’autodromo sarebbe da evitare. Il valore complessivo del circuito è di 16 milioni di euro, anche se c’è da considerare che chiunque dovesse rilevare l’impianto dovrà prevedere non meno di 10 milioni di euro d’investimento per rimettere in sesto l’opera.

Per l’assessore regionale Bruno Marziano, che, da ex presidente della Provincia, ha avviato l’iter per il project financing, la messa in vendita dell’autodromo è importante non foss’altro per l’estinzione dell’oneroso mutuo.

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