Avola, parricida condannato a 16 anni di reclusione
E’ stato condannato a 16 anni di reclusione il parricida di Avola. Il gup del tribunale, Giuseppe Tripi, ha inflitto la condanna nei confronti di Luigi Di Noto, il 27enne avolese, che ha accoltellato il padre cinquantenne Giuseppe il 15 marzo dello scorso anno, provocandone il decesso dopo 5 giorni di agonia a causa delle gravi lesioni riportate ad alcuni organi vitali. Il giudice ha confermato quanto il pm Marco Di Mauro aveva richiesto a conclusione della requisitoria. Le parti civili costituite, con il patrocinio dell’avvocato Corrado Di Stefano, avevano, invece, invocato il massimo della pena per l’imputato, atteso che è accusato di omicidio volontario. I familiari, infatti, non hanno perdonato al loro congiunto di avere provocato la morte del padre in maniera così violenta.
Con la condanna di Di Noto, che ha affidato la propria difesa all’avv. Davide Bondì, si chiude una triste, quanto tragica vicenda familiare che ha visto la morte dell’agricoltore al culmine di un litigio, avvenuto nella casa paterna, con il figlio, che soffre di depressione e che molto probabilmente ha agito in un raptus. A seguito della colluttazione, infatti, Luigi Di Noto aveva più volte affondato la lama del coltello colpendo il padre alla schiena, al torace e alla gola, mentre la madre era impossibilitata a intervenire perché si stava sottoponendo alla visita di un medico.
L’uomo era stato soccorso e trasportato in ospedale dove le sue condizioni, benché gravi, davano in un primo momento ai sanitari qualche speranza di ripresa. Ma le lesioni subite sono state più profonde e laceranti rispetto a quelle diagnosticate in prima istanza e, una volta precipitato il quadro clinico, i medici dell’ospedale Di Maria di Noto, ne hanno disposto il trasferimento al “Ferrarotto” di Catania, dove l’uomo è stato sottoposto a diversi interventi chirurgici per ridurre alcune lesioni importanti ma le sue condizioni sono peggiorate con il passare dei giorni fino al giorno della festa del papà quando il suo cuore ha cessato di battere.
I poliziotti del commissariato di pubblica sicurezza di Avola hanno accertato che alla base dell’aggressione vi sarebbero stati futili motivi che generavano i continui litigi che andavano avanti da diversi anni, ormai.