Bayesian, proseguono le ricerche dei sei dispersi
Proseguono le operazioni di ricerca dei sei dispersi del naufragio del Bayesian, lo yacht del magnate britannico Mike Lynch, naufragato a Porticello (frazione di Santa Flavia) in seguito a una tempesta. Sono «condotte con l’impiego di cinque motovedette della Capitaneria di Palermo, Termini Imerese e Porticello, un elicottero della Base Aeromobili Guardia Costiera di Catania, di sommozzatori dei Nuclei Subacquei Guardia Costiera di Napoli e Messina oltre a personale, unità navali e speleo sub dei Vigili del Fuoco, di un elicottero dell’Aeronautica Militare e dei Carabinieri, tutti sotto il coordinamento del 12° Centro Secondario di Soccorso Marittimo della Guardia Costiera di Palermo.
I sommozzatori che stanno valutando la fattibilità per entrare in sicurezza nel relitto, operazione resa complicata dalla profondità e dalla posizione dello scafo adagiato sul fondale a circa 50 metri, a mezzo miglio dal porto di Porticello.
Intanto, la procura di Termini Imeresi lavora su due ipotesi per dare una spiegazione alla tragedia. La prima è che la velocità dell’acqua non abbia dato il tempo al sistema di emergenza di sigillare la nave. La seconda è che lo yacht sia stato sollevato da poppa proprio dall’acqua e si è inabissato con la prua puntata verso il fondale. Gli inquirenti cercano di capire perché il veliero sia affondato mentre una barca più piccola a 100 metri di distanza (ovvero quella che poi ha prestato i primi soccorsi) sia rimasta intatta.
Andrea Ratti, professore al Politecnico di Milano dove dirige un master in yacht design, spiega al Corriere della Sera: «Il Bayesian si è trovato dentro un frullatore sotto la forza di venti ascensionali e discensionali che ne hanno scardinato gli equilibri. E una barca progettata da un professionista di grande esperienza come Ron Holland non fa eccezione». Ratti ipotizza «la rottura delle parti finestrate sul fianco» come causa dell’affondamento.