Primo PianoSe te lo fossi perso

Bimbo nel pozzo: sei le persone indagate

“Il mio cuore si è fermato insieme al tuo cuore in quel maledetto pozzo, ti amo Vincenzo mio”. Con queste parole, postate sul suo profilo social, la madre del piccolo Vincenzo Lantieri ha espresso tutto il suo dolore e lo strazio per l’assurdo destino riservato al piccolo di appena dieci anni, morto dopo essere precipitato nel pozzo dell’azienda agricola di contrada Falabia in cui, insieme con altri venti tra ragazzi ed educatori, stavano trascorrendo una giornata al campus estivo. A lei e al padre sono rimasti impressi quei terribili momenti in cui il figlioletto, da una profondità di quindici metri e ormai in grave difficoltà, chiedeva aiuto e nessuno era in grado di darglielo.
Un dolore che ha inchiodato al letto anche l’educatrice palazzolese di 54 anni che ha tentato disperatamente di calarsi nel pozzo a mani nude nel vano tentativo di salvare lo sfortunato bambino. La donna si è chiusa nella sua abitazione a ridosso del centro abitato, rifiutando di parlare con alcuno. La stessa educatrice, insieme con altre cinque persone, tra le quali il proprietario del terreno e operatori dell’Anfass “Doniamo Sorrisi”, organizzatrice del Campus, sarebbero stati iscritti al registro degli indagati. Un atto dovuto per consentire lo svolgimento dell’autopsia sul corpo del bambino, che sarà eseguito nelle prossime ore dal medico legale incaricato dalla Procura. L’esame autoptico insieme con le testimonianze raccolte dagli investigatori, l’analisi dei luoghi, sono al vaglio del procuratore capo Sabrina Gambino e del sostituto procuratore Davide Viscardi, titolari dell’inchiesta che dovrà accertare la dinamica dell’incidente ed attribuire eventuali responsabilità sulla morte del piccolo Vincenzo.

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