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Bolzoni: “Possibile fare il giornalista con la schiena anche in Sicilia”

Cinque classi siracusane dei Licei Corbino- Gargallo e dell’Istituto Rizza, oggi, per un giorno si sono incontrate all’ISISC, per discutere e riflettere sul tema Informazione democratica antimafia. Per iniziativa della Fondazione Siracusa è Giustizia, presieduta da Ezechia Paolo Reale con l’apporto di Loredana Faraci, in occasione della Settimana della Legalità, anche gli studenti siracusani hanno potuto partecipare alla videoconferenza in diretta streaming con il Centro Pio La Torre di Palermo. A presiedere il dibattito Vito Lo Monaco, direttore del Centro palermitano accanto ad Attilio Bolzoni (la Repubblica), Stefano Corradino (Art.21) e Federico Piana di Radio Vaticana.

La commistione criminalità mafiosa, affari e politica al centro della riflessione iniziale di Lo Monaco a cui si sono susseguiti spunti e riflessioni di Bolzoni sul giornalismo d’inchiesta in Italia. Suo il monito più forte della giornata agli studenti. “Chi vuol fare il giornalista in Italia, in Sicilia, lo può fare, non ci sono redattori o testate giornalistiche o politici di turno che tengano o trattengano. Ci vuole solo tanta passione, buon allenamento fisico. Un vero giornalista non sta mai dietro una scrivania, ha rispetto per la gente con cui parla e buone fonti. Sono arrivato a Palermo 25 anni fa – ha concluso Bolzoni – il numero dei morti di mafia e di vittime della mafia era impressionante, di cosa dovevo trattare se di mafia?”

“Attenzione a non confondere la realtà con la finzione – ha aggiunto Corradino sulle parole di Roberto Saviano – il vero pericolo è rimanere spettatori passivi”. Il giornalista di Rai3 ma anche direttore del giornale web indipendente, Art.21, non a caso ha chiamato la sua testata ispirandosi all’articolo della Costituzione italiana sul diritto dei cittadini alla libera espressione, senza condizionamenti e censure.

“Numerosi i docenti – ha infine commentato Loredana Faraci coordinatrice dell’iniziativa per Siracusa è Giustizia – che hanno accompagnato gli studenti siracusani. Un’occasione importante per riflettere ma anche un primo approccio che porterà in futuro ad aprire ancora di più le porte della Fondazione con seminari laboratori e incontri-dibattito con le scuole su temi fondamentali come la legalità e la giustizia, concetti su cui è sempre necessario discutere e non pure astrazioni”

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