Bonus Sicilia, l’On. Cafeo: ““strumento utile, ma necessarie alcune correzioni”
“Il Bonus Sicilia rappresenta sulla carta uno strumento utile per il sostegno alle attività imprenditoriali che maggiormente hanno subito perdite durante il <<lockdown>>, tuttavia è auspicabile un intervento correttivo che renda il provvedimento più equo ma soprattutto non soggetto a eventuali ricorsi da parte degli esclusi”.
Lo dichiara l’On. Giovanni Cafeo, parlamentare regionale di Italia Viva e Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive.
“La natura totalmente digitale del bando nonché la necessità di impegnare le somme entro dicembre 2020 ha imposto come metodo di presentazione il famigerato ‘click day’, una soluzione non amata ma – spiega l’On. Cafeo – in questo caso necessaria”.
“Anche le polemiche attorno alla richiesta del Durc per la partecipazione al bando con le relative tempistiche dilatate per l’ottenimento della dichiarazione di regolarità contributiva da parte dell’INPS sono oggi ampiamente superabili – prosegue Cafeo – perché per l’accesso al contributo basta presentare la sola richiesta del Durc e dimostrare successivamente di essere in regola, nel momento dell’erogazione effettiva”.
“Al di là della dotazione finanziaria che appare evidentemente insufficiente alla richiesta, quello che desta maggiore preoccupazione in questo provvedimento è la possibilità di offrire il fianco ad eventuali ricorsi che potrebbero bloccare del tutto l’erogazione dei fondi – continua Giovanni Cafeo – a cominciare da tutte quelle aziende, con relativi codici ATECO, che pur non essendo formalmente coinvolte nella chiusura totale, di fatto non hanno potuto esercitare la loro attività, basti pensare ai centri di revisione dei veicoli, aperti sulla carta ma inutilmente, vista la proroga per la scadenza delle revisioni estesa a tutti”.
“In questo contesto, invitiamo l’assessore Turano a rivedere tutte le situazioni che possono mettere a rischio la tenuta del bando, se necessario optando per una breve proroga, tenuto conto degli impegni di spesa – conclude l’On. Cafeo – concordando inoltre con le associazioni di categoria l’allargamento dei codici ATECO titolati a presentare la richiesta, eliminando così all’origine ogni possibilità di ricorso”.