Bottaro (stonewall): “Transessuale siracusana vittima di attacco mediatico”
Siracusa, 09.09.2021 – L’associazione Stonewall esprime piena solidarietà all’amica Santina Cira Giuffrida, attivista transessuale siracusana, vittima di un attacco mediatico teso a screditarne la persona tramite un servizio televisivo andato in onda nei giorni scorsi sulle reti Mediaset. Ad esprimere il proprio rammarico e la propria vicinanza alla Giuffrida il presidente di Stonewall Alessandro Bottaro: “Condanniamo senza se e senza ma il metodo usato dai giornalisti Mediaset, questo non è fare giornalismo ma esporre alla gogna mediatica una persona, per altro inquadrata sin da subito a viso scoperto, il cui operato e le scelte, giuste o sbagliate che siano, non sta certo a noi giudicare. Inoltre, – continua Bottaro – ci chiediamo quale utilità ci sarebbe ad associare la morosità riguardo all’affitto di casa della Giuffrida con l’eventuale attività di prostituzione che avrebbe messo in atto per mantenersi, se non per una ben precisa volontà di screditare la persona alimentando il becero stereotipo della transessuale dedito alla prostituzione e non certo di fare emergere la verità, come la trasmissione vorrebbe fare intendere. A questo proposito, – aggiunge -nel ricordare a tutte e tutti che la prostituzione non è reato e ciascuno di noi ha il diritto di autodeterminarsi, mi interrogherei piuttosto sul perché e sul come una persona giunga alla decisione, più che sofferta, di arrivare a vendere il proprio corpo per poter mantenersi? Quante opportunità offre oggi il mondo del lavoro ad una persona transessuale?! Quante opportunità di integrazione offre la società a queste persone?! Ecco perché, – conclude Alessandro Bottaro – riteniamo che quanto mostrato nel video al netto delle ragioni, che ovviamente non discutiamo, del cittadino rivoltosi alla trasmissione, riteniamo sia stato estremamente scorretto e lesivo della dignità della signora Giuffrida, esporla ad un’aggressione gratuita e conseguentemente, mostrandone a pieno schermo il viso e rivelandone il nome e cognome, all’impietoso giudizio mediatico, del quale ben conosciamo i tristi risvolti, non solo della nostra città ma dell’intero Paese”.