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Brogli elettorali, non luogo a procedere per tre presidenti e tre segretari di sezione

Il gup del tribunale, Federica Piccione, ha emesso una sentenza di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste nei confronti di sei imputati, fra presidenti e segretari di seggio, coinvolti nell’inchiesta relativa ai presunti brogli elettorali in occasione delle elezioni amministrative del 2018 nel capoluogo. Mentre il pubblico ministero Andrea Palmieri aveva chiesto il rinvio a giudizio, il giudice ha ritenuto conducenti gli elementi di prova addotti dalla difesa degli imputati, che erano accusati di avere alterato il voto. La sentenza di proscioglimento è stata emessa nei confronti di Aldo Valtimora e Anna Rubino (rispettivamente presidente e segretaria della sezione 82), difesi dall’avvocato Antonio Lo Iacono; Carmelo Brucculeri e Demezia Valeriano (presidente e segretaria della sezione 35), assistiti dall’avvocato Giorgio D’Angelo; Salvatore Lorefice e Francesco Listo (presidente e segretario della sezione 115), difesi dall’avvocato Gianpiero Nassi. In precedenza, erano stati rinviati a giudizio altri dieci imputati che dovranno comparire davanti al tribunale per l’udienza del 30 ottobre. Parti offese in questo processo sono il sindaco Francesco Italia e l’ex consigliere comunale Ezechia Paolo Reale. La vicenda giudiziaria è scattata a seguito del ricorso proposto dall’avvocato Reale al Tar di Catania, subito dopo l’esito delle elezioni amministrative del giugno di cinque anni fa. Reale, che in quella circostanza aveva perso al ballottaggio il confronto con Italia per la carica di sindaco, aveva prospettato una serie di errori commessi nei verbali dello scrutinio e che, quindi, non fossero rispondenti al reale esito delle urne.  Il ricorso è naufragato davanti al Cga di Palermo. I giudici di primo grado, però, avevano trasmesso gli atti alla Procura perché accertasse eventuali responsabilità per quegli errori. La difesa dei sei imputati ha dimostrato che, pur in presenza di errori nei verbali, il numero dei voti era stato trascritto correttamente nelle tabelle dello scrutinio. 

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