Calessini e velocipedi, Civico 4: “Norme non rispettate”
La rissa del giorno di Pasqua in Ortigia è oggetto di approfondimento da parte del movimento Civico 4 che punta i riflettori sul fenomeno delle motocarrozzette e dei velocipedi. L’Amministrazione comunale – è scritto nel documento diffuso alla stampa – nel marzo dello scorso anno ha modificato il regolamento comunale per elevare a dieci il numero delle autorizzazioni di noleggio con conducente, attualmente ferme a cinque. Nel documento si legge che “è vietata la sosta con posteggio su suolo pubblico di piazza”, rimandando la sosta dei mezzi nelle rimesse. Per tale motivo il movimento sottolinea un mancato rispetto delle norme esistenti “promettendo” azioni futuro come l’inibizione di alcune piazze l’individuazione di un’area di stazionamento (in contrasto con la tipologia di autorizzazione).
“L’Amministrazione comunale – continua Mangiafico – si è assunta la responsabilità del decoro e dell’immagine della città nell’investire su questo servizio nel momento stesso in cui ha imposto, all’articolo 12, un contrassegno con la scritta “Comune di Siracusa”, il relativo stemma ed il numero dell’autorizzazione. Suona, quindi, anche strano che oggi scopra che esistano in circolazione, oltre i cinque mezzi autorizzati, una quindicina non autorizzati.”
Anche perché, secondo quanto riportato all’art. 22: “spetta alla Polizia Municipale il compito di vigilare sul rispetto delle norme contenute nel presente regolamento e sull’accertamento e notifica ai trasgressori delle sanzioni previste”.
L’articolo 26, spiega “Civico 4”, introduce la sospensione della licenza nel caso in cui ci sia avvalga di personale non regolarmente assunto, ma “dubitiamo che l’Amministrazione comunale abbia mai fatto una sola verifica in merito”, accusa il leader a nome del movimento. “La questione non è, come ha asserito l’Amministrazione comunale, interdire piazze e redigere un nuovo regolamento ma, come per la gran parte delle volte, fare applicare le regole che già esistono. E, in questo caso, scusarsi con la città per non averlo fatto e per la figura che la città ha rimediato davanti al Paese. – conclude Michele Mangiafico – Quella stessa città che questa Amministrazione pensava di candidare a Capitale italiana della Cultura.”