AttualitàPrimo Piano

Camera commercio, l’assessore Lo Bello: “Prima il decreto poi il super commissario”

<<In relazione alla posizione espressa dall’Assessore Lo Bello nel corso dell’incontro tenuto presso l’assessorato, è agevole rilevare la contraddittorietà delle decisioni annunciate dall’esponente della Giunta di governo. L’Assessore, infatti, pur confermando nei fatti i più volte denunciati dubbi sulla conformità alla legge della procedura tanto da rappresentare la volontà di procedere, d’intesa con il MISE, alla nomina di un “supercommissario” con poteri ispettivi, ritiene propedeutico a tale verifica la chiusura dell’attuale procedura con la firma del decreto di riconoscimento dei seggi del consiglio della Camera di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa. Ciò appare all’evidenza una contraddizione. Delle due l’una: o le attività svolte da Pagliaro sono regolari, e non è necessaria la nomina di alcun “supercommissario” o, viceversa, si nutrono dubbi sulla loro regolarità: e allora non si capisce come possa procedersi con la firma del decreto>>.

Ad affermarlo sono i rappresentanti delle associazioni scriventi che aggiungono: <<tutto ciò vale ancor di più alle luce della nota 0116416 del 27/04/2016, del Direttore Generale del Ministero per l’Economia, dott. Gianfrancesco Vecchio, la quale evidenzia che rientra “nelle competenze della Regione” la “compiuta valutazione dell’operato del Commissario ad acta, relativamente all’attività istruttoria ai fini della nomina del Consiglio della nuova Camera di commercio” e che la stessa Regione, “sulla base di tale istruttoria è chiamata ad assumere le determinazioni conseguenti”. Non solo: anche il Presidente della Regione ha chiesto con nota scritta all’Assessore Lo Bello di disporre verifiche autonome e imparziali, ad opera dei funzionari assessoriali, dell’operato del Dott. Pagliaro, rappresentando che solo in esito a dette verifiche l’Assessore avrebbe potuto proporre al Presidente gli atti conseguenti. A questo punto ci chiediamo: è mai possibile, come intende fare l’Assessore, procedere con l’emanazione dei decreti davanti a un siffatto scenario avendo il dubbio conclamato delle gravissime alterazioni dei risultati poste in essere, tanto che per questi fatti pende nei confronti del Commissario Pagliaro un procedimento penale presso la Procura della Repubblica di Catania? Da tale punto di vista è veramente paradossale il fatto che il Presidente della Regione, pubblico ufficiale deputato ai sensi dell’art. 5, comma 4, del DM 156/2011 al controllo ultimo sulla regolarità della procedura, dichiari alla stampa che “il sospetto che ci siano dei numeri falsi ce l’ho tutto” e che tuttavia, nonostante il proprio Assessore non abbia compiuto le richieste e doverose verifiche sull’operato del commissario ad acta, proceda, non impedendo la commissione dei reati che pure ha l’obbligo giuridico di impedire. Tutto ciò premesso, anche alla luce della dichiarazione di diffida già notificata via PEC in data odierna, formulata anche ai sensi del combinato disposto di cui agli artt. 328 c.p. (Rifiuto di atti d’ufficio. Omissione) e 361 c.p. (Omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale), ribadiamo la nostra ferma contrarietà al percorso procedurale prospettato dall’Assessore. Con la trasmissione della documentazione a Palermo da parte del commissario ad acta Pagliaro il reato è ormai consumato, ma è ancora possibile evitare che se ne aggravino le conseguenze e che gli autori ne ottengano il prezzo o il profitto semplicemente ponendo in essere le condotte amministrative di verifica imposte dalla legge. Per queste ragioni chiederemo all’Autorità giudiziaria di verificare se condotte omissive da chiunque tenute, e segnatamente dalle funzioni che si apprestano a concludere un procedura sulla cui regolarità essi stessi dubitano, configurino autonome ipotesi di reato anche nella forma del concorso>>.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *