Cani avvelenati a Tivoli: gli investigatori seguono una pista
Sarebbero stati avvelenati con un potente falso mangime per sterminare le lumache i cani di quartiere trovati morti in un terreno privato di contrada Tivoli-Serramendola. Sarebbe questa l’ipotesi formulata da parte di alcuni addetti ai lavori. La notizia diffusa dai media subito dopo la denuncia presentata al comando della polizia municipale di Siracusa, dai tutori volontari che accudivano quei poveri cani ammazzati barbaramente subito dopo il ritrovamento, destò rabbia, stupore ma soprattutto tanta paura tra i residenti della zona; segno che sapevano in tanti dei pericoli possibili. Infatti, nessuno ha voluto approfondire l’accaduto, ma il sospetto ha fatto alzare il livello della nostra insistenza che ci ha portati a fiutare una probabile pista. Si tratterebbe di una questione legata a diversi fattori: macellazione clandestina della carne, furti di bestiame e a tanti possibili dinieghi a poter utilizzare i terreni nella zona dove far pascolare greggi di bovini, ovini e o di capre. Sono comunque da escludere a priori le mandrie dei famosi “bovari tortoriciani”; e si tratterebbe di un personaggio vecchio del mestiere sui 45/50 anni, alto e ben corputo, capelli scuri e che pascola insieme a tanti suoi familiari i greggi tra le campagne di Floridia, Canicattini Bagni, fino alle porte di Palazzolo, e soprattutto nei dintorni di Tivoli, in lungo e in largo per gli appezzamenti dei tanti terreni privati, così come in quelli demaniali. Il tutto sarebbe anche collegato con episodi criminosi del passato, ai tempi dei furti di bestiame e della macellazione clandestina direttamente nelle campagne subito dopo i furti, macellando le bestie in modo da trasportarle morti e senza gli intestini prima asportati per evitarne la putrefazione precoce.
“La notizia della strage di quei poveri cani, avvenuta in contrada Serramendola. mi ha lasciato letteralmente senza parole”, disse a caldo Giuseppe Culotti, presidente della Circoscrizione Neapolis sotto il cui ambito rientra la zona della mattanza compiuta da ignoti. “Un gesto doppiamente vigliacco, perché perpetrato ai danni di animali innocui ma soprattutto accuditi con costanza e tanto amore dai volontari della OIPA”.
“I cani – spiegò Culotti – erano ospitati in un terreno privato, recintato e lontano dalle abitazioni, incapaci dunque di recar fastidio a chiunque; chi ha colpito lo ha fatto quindi in maniera sadica, per il puro gusto di dare la morte ad altri esseri viventi. Una cattiveria pura che non resterà impunita”.
Il Presidente Culotti annunciò subito dopo i fatti la presentazione di una querela contro ignoti alla Procura della Repubblica di Siracusa. “Nel frattempo – disse ancora il presidente di Neapolis – non posso che associarmi al dolore e alla rabbia delle volontarie e dei volontari OIPA, ai quali chiedo di andare avanti nella loro missione: un segnale che servirà a far comprendere come l’amore e il rispetto per gli animali non saranno mai fermati da nessuno squilibrato”.
Noi abbiamo fatto il nostro dovere di cronisti; abbiamo contribuito alla ricerca della verità e abbiamo raccontato senza paura e condizioni ciò che abbiamo raccolto, ma, ad onore del vero, abbiamo registrato tanta paura e diffidenza tra la gente dei luoghi, segno che la strada indicata è quella giusta. Spetta ora alle forze dell’ordine chiudere il cerchio per consegnare i colpevoli alla Giustizia.
Concetto Alota