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Caso Lukoil, Uniports: “D’accordo alla nazionalizzazione “

Nel nostro precedente intervento stampa del 17 ottobre scorso abbiamo lanciato l’allarme per i 50 giorni che ci separavano dalla possibilissima ecatombe industriale ed economica a causa dell’embargo del petrolio russo ( causa guerra in Ucraina) nei confronti della raffineria Lukoil ( di proprietà russa) che così tanto rappresenta per gli equilibri economici nel polo industriale di Siracusa come anche per l’approvvigionamento energetico in Italia ( circa 25% del carburante per gli autoveicoli i nel nostro paese).

Ebbene, ora non possiamo ancora fare altro che rivedere i numeri e dire che a quel disastro annunciato non mancano 50 giorni ma 40. Un conto alla rovescia su cui si sta perdendo troppo tempo mentre incombe un rischio epocale.

E, ci spiace dirlo, assistiamo, escludendo il comune di Augusta che si è attivato, , ad un grande silenzio da parte delle istituzioni del territorio, a partire dagli altri comuni. Come se l’oltre 50 per cento di PIL rappresentato dal comparto industriale sia solo un benefit per Augusta e non per tutta la provincia e la Sicilia.

Ora apprendiamo che , il neoinsediato governo sta lavorando su questo dossier. Il neo ministro Adolfo Urso ( succeduto a Giorgetti) ha infatti fatto trapelare sulla stampa che il nuovo governo sta valutando una ipotesi di soluzione che , pare, il governo Draghi aveva scartato. E cioè la nazionalizzazione temporanea di Lukoil che farebbe cadere i vicoli da embargo. Una ipotesi, per altro, caldeggiata dalla sessa UnionPorts già qualche mese fa.

Nei giorni precedenti, inoltre, il neo senatore del PD Antonio Nicita aveva intravisto un’altra soluzione tramite la garanzia pubbliche (c’è una società pubblica ad hoc) dei crediti che le banche dovrebbe concedere a Lukoil per potere proseguire nella produzione.

Tutte ipotesi interessanti ma che svaniscono un attimo dopo la pubblicazione sui giornali .

Ebbene, come UnionPorts proponiamo un incontro pubblico presso una sede istituzionale ( Prefettura) fra gli operatori economici della zona, le loro organizzazioni, i sindacati e la deputazione nazionale e regionale con un esponente del Governo qualificato sul tema. Magari lo stesso ministro. Poiché a questo punto è il caso ( dato il tempo ristretto) che una fonte autorevole e qualificata desse le risposte e i chiarimenti attesi, una volta per tutte . E invitiamo il Prefetto di sollecitare tale ipotesi poichè 40 giorni potrebbero essere troppo pochi per la soluzione.

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