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Castello: “Sul costo del biglietto al Maniace solo strumentazione “

Gianna Nannini vale 60 euro, ma lo scultore Davide Dall’Osso nemmeno 4.
Questo valore di mercato siracusano è proprio di quanti non battono ciglio se devono rompere il salvadanaio per uno spettacolo di musica leggera, ma sono pronti a fare una rivoluzione quando si tratta di una mostra o di un bene culturale come il Castello Maniace, la cui fruizione, per qualche motivo, deve costare qualche spicciolo, se non essere addirittura gratis.
Deve sicuramente pensarla così Fabio Monreale, che pure è presidente di un’associazione culturale qual è “Natura Sicula”, a nome della quale ha gridato alla speculazione e allo sfruttamento perché, per visitare il Castello, invece degli usuali quattro euro per il biglietto d’ingresso, ha dovuto sborsare l’esorbitante e scandalosa – per lui – somma di otto euro, quattro in più, dovuti all’esposizione, all’interno della struttura, di opere di Davide Dall’Osso, che evidentemente gli è indifferente o non conosce affatto.
E’ successo alle 18,15 del 4 agosto scorso, quando Monreale scopre che al Maniace sta pagando il doppio, per il biglietto d’ingresso, per via della presenza della mostra “Il mondo perfetto” di Dall’Osso, certamente degna di essere visitata a ben altro prezzo, e successiva a quella degli specchi, di Pirri, che per un anno ha comportato un supplemento di prezzo di 3 euro sul biglietto d’ingresso.
Quei 4 euro in più, “buttati”, hanno fatto perdere la tramontana a Monreale, che qualche giorno dopo firma come presidente di Natura Sicula (e non a titolo personale) un comunicato stampa, gridando slogan del tipo “Hanno pagato il doppio del biglietto” e “I turisti vengono spremuti come limoni”.
Potenza del provincialismo! Tutti i “fondamentalisti” si sono scatenati agitando le bandiere di guerra della gestione pubblica dei beni culturali, da sottrarre alla mano privata, pur consci che senza la gestione privata i beni culturali siracusani si presenterebbero come il Parco Archeologico di non molto tempo fa, ricoperti di erbacce e covo di pantegane e serpenti.
E ancora, ogni guida turistica ricorda le proteste dei turisti e il loro sconcerto alla vista del caravanserraglio di bancarelle che si trovavano all’ingresso del Parco.
Evidentemente i “talebani della cultura” amano e rimpiangono quella Siracusa, che la società Aditus ha cambiato, vestendola di un abito tutto nuovo e probabilmente invidiato.
Qualcuno dovrebbe spiegare a questi nostalgici della spazzatura che il privato concessionario promuove mostre ed eventi all’interno dei più noti Beni culturali per contratto, e non per soperchieria, con l’autorizzazione dell’Ente Parco, della Regione e della Soprintendenza.
Il concessionario non “lucra”, come è stato asserito più volte (io personalmente adirei le vie legali solo per tale calunnia), ma esercita un’impresa legittima, frutto di un bando emanato dalla Regione e vinto con merito.
Nessun turista – lo posso assicurare personalmente, perché ci lavoro con i turisti – si è mai lamentato del prezzo del biglietto, anzi sono in molti a pagare 16 euro anziché 8, per usufruire anche del servizio guida. Invece di storcere il naso, stendono la bocca in un sorriso di ringraziamento.
Qualcuno dovrebbe dire, prima o poi, a Monreale e a chi lo segue, che in Italia si allestiscono mostre all’interno dei monumenti già dal 1993, come vuole la legge Ronkey. Quanto, perciò, al biglietto unico per l’ingresso al Castello Maniace, questo è dovuto al fatto che la mostra è allestita all’interno del Castello, mentre al Parco Archeologico, dove è in svolgimento la mostra sulle monete greche, il biglietto di 2 euro è disgiunto da quello d’ingresso perché la mostra è stata allestita in uno spazio separato, seppure all’interno del Parco. Non è difficile da capire.
In due parole, chi contesta la gestione privata dovrebbe protestare non contro il concessionario, mettendolo in croce, ma contro gli obblighi che la legge impone ai concessionari nella gestione dei beni culturali.
Chi acclama la gestione pubblica guardi in quale stato versano siti quali il Ginnasio Romano, o il Tempio di Zeus, scomparsi anche dai dépliant turistici. O, ancora, il Castello Eurialo, aperto solo due mezze giornate a settimana.E poi sappiate,cari nostalgici della cosa pubblica,che oltre al parco archeologico e al Maniace anche il Bellomo e il Paolo Orsi sono gestiti da Aditus e non certo con gli stessi introiti,anzi tutt’altro.Adesso forse si capirà meglio perché all’Interno dei monumenti vengono allestite le mostre,alla “stratosferica” cifra di 4€ al Maniace e di,udite udite,2€ al parco archeologico.Il 30% di questi biglietti viene incasssto dalla Regione il 20% sono tasse,fatevi il conto quanti “miliardi” incassa Aditus per ogni biglietto.

Carlo Castello, presidente associazione guide turistiche Siracusa

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