Cimiteri: la gestione della morte fra tante criticità
Il fatto – a cura di Concetto Alota –
È successo. Dai muri di cinta del cimitero a gestione privata di Città Giardino, in cui dal lato interno sono ubicati i loculi, fuoriesce vistosamente del liquido cadaverico. In diversi punti sono visibili i segni della fuoriuscita del sangue marcio putrefatto (vedi foto). La direzione del cimitero, dopo i passaggi sanciti dalla legge che regola la materia, ha dato subito via ai lavori. Ha inviato le lettere, come regolato dalla legge, ai parenti dei defunti; ma in molti casi non sono stati trovati. A questo punto è stata inviata una richiesta urgente al comune di Melilli con l’istanza per il rilascio del necessario nulla osta di estumulazione, non ottenuto, di fatto, dagli eredi, dei defunti per poter procedere ai lavori di manutenzione necessari all’impermeabilizzazione dei loculi e la messa sicurezza. Finora sono otto i loculi sotto accusa, tutti al piano terra, ma non si esclude che potrebbero spuntarne ancora.
La domanda è stata subito accolta con una nota a firma del vicesindaco di Melilli, Guido Marino, recapitata alla direzione del campo santo di Città Giardino. Ma tutto questo è iniziato nel mese di gennaio del 2022, data stampata nella corrispondenza, ed è ancora in corso. Infatti, secondo la direzione, si è trattato di una emergenza; le bare dei defunti tumulati nei loculi “coinvolti” e quelli circostanti, sono stati messi in sicurezza solo ora, su ordine sottoscritto dall’ispettore sanitario presente all’apertura dei loculi, con l’apporto di casse di zinco esterne alle bare di legno e con le relative spese a carico dei parenti dei defunti, per l’estumulazione e successiva tumulazione per una somma di 250,00 euro, oltre alla cassa di zinco fornita da alcune imprese di pompe funebri, che si aggira intorno alle 600/700 euro.
Il seppellimento sotto terra rimane, comunque, il più idoneo e sicuro; il cadavere rimane asciutto e non in mezzo al fango putrefatto, come per la tumulazione nei loculi, a parte il risparmio economico non indifferente. I loculi sono dei veri alveari dell’eterno riposo di esseri umani deceduti. Uno sguardo che segna il destino per tutti, nessuno escluso. E non è la bara lussuosa o semplice della sepoltura a fare la differenza sociale; ma è molto più importante come ci siamo comportati nella vita terrena. Rispettare il prossimo è la vera pace dell’anima.
Il fatto ha recato un ulteriore momento di dolore per i parenti e si vuole capire se la ragione di siffatta condizione è dovuta alla scarsa qualità delle bare o a cause di usuale probabilità. Alle operazioni era presente un ispettore sanitario dell’Asp di Siracusa che ha spiegato come il fenomeno potrebbe essere legato alla presenza del liquido carico di acidi aumentati dalla presenza di residui di medicinali nel corpo del defunto che corrodono la cassa di zinco.
Per contrastare fatti che determinano percolazioni e cattivi odori, il legislatore ha elaborato una serie di norme di polizia mortuaria: la cassa deve essere composta da 2 involucri: uno di legno e uno di metallo. La cassa metallica deve essere ermeticamente chiusa mediante saldature continue. artt. 30 e 77 D.P.R. 285/90; tra la cassa in zinco e la cassa in legno deve essere interposto un materiale assorbente e biodegradabile riconosciuto idoneo. Art. 30 comma 2 D.P.R. 285/90: le pareti del loculo e la chiusura del tumulo devono garantire l’impermeabilità ai gas e ai liquidi. art. 76 D.P.R. 285/90. Il piano di posa del feretro nel loculo deve essere inclinato verso l’interno in modo da impedire percolazioni – art. 76 D.P.R. 285/90.
L’applicazione di tali misure riduce la possibilità di percolazioni e cattivi odori dal loculo, anche in situazioni non previste come forti escursioni termiche o altri fattori che determinano la corrosione anzitempo della cassa in zinco.
Avvalersi di imprese funebri serie, spesso (se non sempre) impedisce il presentarsi di queste situazioni che aggiungono ulteriore dolore alla famiglia. Come è stato indicato, la legge contiene delle norme chiare al fine di evitare perdite di gas e liquidi dai feretri, le imprese sono tenute ad applicarle. Inoltre le imprese serie utilizzano feretri e altri accessori certificati a norma di legge e non prodotti importati di dubbia provenienza.
A volte è lo spessore della casa di zinco che permette la fuoriuscita del liquidi cadaverico, non è idoneo per scarsa qualità del metallo o dello spessore. Secondo la regola corrente, lo spessore di lamiera metallica non deve essere inferiore a 0,660mm se di zinco e di 1,5mm se di piombo. La cassa metallica all’interno o che racchiuda quella di legno, deve essere di norma al fondo deve essere interposto uno strato di torba polverizzata o segatura di legno o altro materiale assorbente, biodegradabile si intende, riconosciuto idoneo, ma non è in uso. Mentre le saldature devono essere continue ed estese su tutta la superficie della zona di contatto dei pannelli da saldare, ma, il più delle volte, non è così.
La gestione della morte, è un business economicamente redditizio; tutto avviene in
un clima di spietata concorrenza e un’impresa funebre non
è certo esente dal problema.
Non è una materia di lavoro imprecisata e quasi
banale, come accade per altre professioni che non godono di grande credito
presso l’opinione pubblica.
Con un giro d’affari miliardario il business del caro estinto attira sempre più l’interesse di impresari impreparati per un comparto che conta un numero indefinito di imprese specializzate a livello nazionale. In tanti cimiteri insiste la pratica della tombe in affitto e delle sepolture di favore, oltre alla flotta di segnalatori che dagli ospedali o in giro per le strade delle città segnalano la morte di un essere umano per ricevere l’obolo in cambio.
L’accusa.
Nella città di Siracusa, con tanta storia e cultura, neanche i morti riescono a riposare in pace. Nel grande business dei cimiteri, mentre la politica dorme c’è chi specula sulla morte. I siracusani sono considerati per antonomasia flemmatici,abulici. Aspettano il domani per fare ciò che può essere fatto subito, rimanendo indietro e senza nulla in mano: ritarda la costruzione del nuovo cimitero, del nuovo ospedale, della caserma dei carabinieri, “sparita” la Camera di Commercio, l’autodromo, la Banca D’Italia, venduti e abbandonati il Cine Verga, mentre il Teatro Comunale rimane praticamente “chiuso”, la raccolta differenziata è da brivido, le strade scassate sono la regola, allagamenti, sporcizia, squallore e così fino a fondo pagina.
L’esempio.
Un gruppo di imprenditori catanesi nel 2008 decide di investire sulla sepoltura dei morti, nella realizzazione del cimitero di Città Giardino, frazione del comune di Melilli, soppiantando ogni mossa degli imprenditori siracusani che stanno ancora aspettando le “passoline” dal cielo, per antonomasia da sempre poco attenti, come la politica siracusana in perenne ritardo.
La società catanese trova negli amministratori melillesi del tempo una classe politica sveglia e decisa. Oggi quel campo santo, anche se costosissimo, è diventato un punto di riferimento per la sepoltura di residenti a Siracusa o da altri comuni viciniori con migliaia di loculi, cappelle e tombe; tale siffatta condizione si conforma con l’incapacità della politica siracusana che non è riuscita a realizzare il nuovo cimitero di Siracusa, confermandosi abulica e inefficiente. L’unica nota stonata del campo santo denominato “San Sebastiano” a Città Giardino, è il costo dei loculi e della manutenzione a cui non siamo abituati.
Nella moderna società si specula anche sulla morte; fa parte dell’economia globale. Gli sciacalli dei cimiteri senza anima e cuore, non sono quelli che costruiscono le tombe, ma quelli che approfittano del dolore moltiplicando i costi dei funerali fino a somme altissime, a secondo delle “preferenze” dei clienti e con una catena di procacciatori di affari negli ospedali, case di cure e perfino dalle notizie di incidenti stradali o infortuni. Insiste, dunque, una condizione di business forzato per un evento che tocca tutti, nessuno escluso, offrendo a chi resta dopo la morte del congiunto la possibilità di onorare il proprio caro con un luogo di memoria chiamato cimitero pagato a caro prezzo. Una tomba, è il sigillo della memoria dai tempi antichi.
La morte è sicura; si muore in tanti modi, purtroppo, ma non si riesce a fermare lo sciacallaggio sui defunti che non è una novità, ma un andazzo tanto antico tanto scorretto.
La fattispecie più ricorrente è quella di chi attorno ai morti specula nelle ore più vicine al triste evento: lo scandalo delle agenzie di pompe funebri con prezzi lievitati all’inverosimile e dell’accaparramento dei funerali è infatti un fiume puzzolente, criminale, difficile da asciugare. Ma per chi muore trovar posto è un problema, compreso il fatto di trovare la tomba di famiglia ancora mai usata, occupata abusivamente; è successo a Siracusa, ma anche in quasi tutti i cimiteri, e diverse volte, con inchieste della Procura. È accaduto che, per paura che i loculi mai usati o con i feretri ancora dentro siano occupati abusivamente; i titolari, sebbene ancora in ottima salute, abbiano deciso di murare anzitempo la propria tomba, e abbiano perfino fatto incidere sulla lapide il proprio nome a lettere dorate e a caratteri gotici. E ancora: i portafiori di rame che scompaiono di continuo e il degrado che regna sovrano; nel passato, poi, i loculi sono stati assegnati dalla politica e non in base alla data di richiesta. Ma oggi per sfortuna non ci sono loculi da assegnare, ma da sfruttare per sanare i bilanci del Comune.
Eppure, anche in presenza di tante denunce, non è venuta fuori la ragnatele di orrori di chi specula sul dolore della gente; il groviglio di legami che tiene insieme le agenzie funebri, i loro emissari negli obitori, i clan nei cimiteri. Si preferisce il caos, o si è costretti a subirlo?