Città Giardino, i residenti non vogliono altri immigrati e scoppia una rissa con spintoni e ruzzoloni
Occupazione a tempo indeterminato dei locali della delegazione amministrativa. La clamorosa azione di protesta scatterà lunedì 26 settembre alle nove del mattino quando i residenti di Città Giardino si raduneranno in massa negli uffici della delegazione municipale di via Genova. Non vogliono l’apertura del centro di accoglienza per minori non accompagnati, che si aggiungerebbe ai due già esistenti, portando il numero complessivo di migranti a circa 350. Resteranno sul luogo fino a quando non arriveranno comunicazioni ufficiali dalla Prefettura. Il sindaco di Melilli, Giuseppe Cannata, già interpellato dal rappresentante di governo di Siracusa, Armando Gradone, ha detto no, annunciando di non voler rilasciare alcuna autorizzazione. La legge, però, consente al prefetto di by-passare il Comune. Da qui la decisione di occupare i locali, con un volantinaggio per le strade della Frazione di Melilli che avrà l’obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza sulla problematica. Se tutto ciò non dovesse bastare, i residenti si dicono pronti a scendere in strada e a bloccare il traffico. A sostenerli nella loro “battaglia” assessori e consiglieri comunali della maggioranza del Comune di Melilli.
La decisione è stata presa al termine dell’infuocata assemblea cittadina che si è tenuta ieri sera, presieduta dal vice sindaco Enzo Coco (in rappresentanza del primo cittadino, Giuseppe Cannata, fuori sede per motivi personali). All’incontro con i residenti hanno partecipato anche l’assessore alla pubblica istruzione, Sebastiano Gigliuto, e allo sport turismo e spettacolo Daniela Ternullo, oltre ai consiglieri comunali Nuccio Scollo, Giuseppe Carta, Tommaso Cannella, Luca Scibilia, Salvo La Rosa e Giuseppe Midolo.
A introdurre i lavori è stato il delegato amministrativo Giuseppe Corradino, il primo a manifestare dissenso e preoccupazione per la possibile imminente apertura del nuovo centro di accoglienza, pronto ad ospitare una sessantina di minori. “La frazione – ha detto – non ha gli “strumenti” adatti per accogliere, degnamente, i richiedenti asilo. Mancano i requisiti minimi di sicurezza, a cominciare da un capillare servizio di controllo del territorio. Le due strutture esistenti sono più che sufficienti per una comunità di 2500 abitanti. Capisco le difficoltà e i malumori dei miei concittadini, che hanno lamentato a più riprese furti nelle abitazioni e disturbo della quiete pubblica”.
“Il sindaco Cannata, scusandosi per la sua assenza – ha detto l’assessore Daniela Ternullo – mi ha pregato di comunicarvi che ha già parlato con il Prefetto, al quale ha riferito che non è più possibile ricevere migranti in questo territorio, altrimenti si rischierebbe una sommossa popolare. Gli ha chiesto di rivolgersi ad altri Comuni, effettuando una distribuzione più equa. A Città Giardino ce ne sono già troppi”. Il vicesindaco Coco, sottolineando come la legge permetta al Prefetto di non tenere conto delle decisioni degli enti pubblici locali, ha detto che il Comune sosterrà i cittadini nella loro battaglia. “Noi saremo al vostro fianco – ha annunciato, rivolgendosi ai circa 500 presenti – opponendoci in tutti i modi al rischio di apertura di un nuovo centro di accoglienza. Città Giardino ha già dato”.
Si è trattato di un’assemblea davvero infuocata. Qualcuno avrebbe alzato troppo la propria voce, non dando la possibilità ad altri di intervenire. Animi esacerbati per una situazione che ha rischiato di sfuggire di mano per culminarsi al peggio. Non sono mancati insulti tra i presenti spintoni con i vigili urbani che hanno faticato per riportare la calma. Qualcuno urlava per farsi sentire, ma le voci si sono accavallate e alla fine alcuni hanno anche perso la pazienza, costringendo gli organizzatori a sospendere i lavori per qualche minuto. Riportata la calma, la discussione è proseguita.
“La gente è stanca – ha sottolineato il consigliere comunale Nuccio Scollo – Non oso immaginare cosa potrebbe succedere se e quando arriveranno migranti da sistemare in una struttura che sembrerebbe prossima all’apertura. Ci potrebbe essere una rivolta. Per questo, invitiamo gli organi competenti a non prendere decisioni affrettate”.
Intanto il popolo di Città Giardino attende ancora la convocazione del consiglio comunale da parte del presidente Salvo Sbona. “A quello aperto e informale del 3 agosto – ha ricordato Giuseppe Carta – ne sarebbe dovuto seguire pochi giorni dopo uno formale, utile per mettere nero su bianco il no del Comune all’apertura del centro per minori. Sono trascorsi 50 giorni e stiamo ancora aspettando comunicazioni in merito”. A rincarare la dose sull’argomento, l’altro consigliere, Salvo La Rosa. “Non vorrei che si stia prendendo tempo – ha rivelato – perché qualcuno dello schieramento opposto al nostro può avere interesse all’apertura della struttura. Molti Comuni in Sicilia si sono dati dei regolamenti in base ai quali la presenza di migranti deve essere dimensionata a quella dei residenti: la proporzione più giusta sarebbe di 1 ogni 250 abitanti. Se anche noi applicassimo una normativa interna simile, a Città Giardino dovrebbe essere presente non più di una dozzina di extracomunitari. E invece ce ne sono quasi 300. Qui non si tratta di razzismo o xenofobia. C’è piuttosto un business che si allarga a macchia d’olio sulla pelle di tanta povera gente”.
“Ecco perché – gli ha fatto eco Tommaso Cannella – si deve porre freno al senso di affari che si cela dietro tutto questo falso altruismo e spirito di solidarietà”.
Durante la protesta, i cittadini, stanchi dal giro di parole ricevute dall’amministrazione Comunale di Melilli, hanno cominciato a rumoreggiare. Ha preso la parola Arturo Andolina, presidente di Alternativa Libera di Melilli, il quale propone all’amministrazione attiva un incontro urgente con il prefetto Armando Gradone, insieme ad una delegazione di cittadini, in modo da far capire al prefetto stesso che gli abitanti di Città Giardino sono contrari a nuove aperture nel loro territorio di altre siti di accoglienza.
Ma Arturo Andolina è stato violentemente contestato da qualcuno in sala. Al presidente di Alternativa Libera di Melilli, che si è accorto che qualcuno manovrava per disturbare la moglie Mara Nicotra che stava filmando l’evento, è venuto spontaneo dire ad uno degli intervenuti di essere serio e spostarsi dalla posizione assunta considerato che non permetteva alla Nicotra di eseguire delle video-registrazioni, ma, nello spostarsi, il “disturbatore” inciampa nella sedia di un diversamente abile presente e ruzzola a terra dove è seguita una breve colluttazione; i due si sono recati all’ospedale, dove la Nicotra ha riportato un lieve trauma cranico e toracico con cinque giorni di prognosi.
M.G.