Cittadella dello sport, verso l’abbattimento dei costi energetici
L’inizio di settembre coincide con la ripartenza a pieno ritmo delle attività anche alla Cittadella dello sport. Risolto il braccio di ferro fra ente proprietaria degli impianti e concessionaria, oggi va avanti il modello di gestione in house da parte del Comune, che si pone il problema di ridurre le spese energetiche prim’ancora di pensare a un nuovo modello di gestione della storica struttura sportiva. Gli uffici comunali stanno vagliando l’ipotesi di accendere un mutuo con il credito sportivo per ottenere un importante finanziamento con cui si possa definire un progetto di massima per l’autonomia energetica degli impianti per abbattere notevolmente le spese correnti. Un progetto che sarà oggetto di approfondimento nei prossimi giorni da parte dall’amministrazione comunale che ne illustrerà i dettagli.
Dopo avere espresso le proprie preoccupazioni per l’assottigliamento del numero delle società sportive, il presidente del Coni, Liddu Schiavo scruta l’orizzonte, puntando i riflettori proprio sulla Cittadella dello sport. “La mia recente dichiarazione è stata equivocata – dice – ho definito stupido non l’agire o lo stato mentale dei dirigenti della Canottieri Ortigia, la quale riconosco come eccellenza dello sport siracusano, bensì la scelta di sottoscrivere una convenzione che impegnava, alla stregua di un progetto di finanza, una Asd, priva di personalità giuridica e capacità imprenditoriale. Meglio sarebbe stata la creazione di un consorzio fra pubblico e privato al quale affidare la gestione degli impianti, dove ognuno avrebbe potuto agevolmente sostenere il proprio ruolo e i costi di competenza, attraverso un consiglio d’amministrazione misto”.
“Lo dissi almeno cinque anni orsono – incalza Schiavo – che quella convenzione proposta dal Comune non era idonea al bisogno ma naturalmente non venni ascoltato. Poneva troppe obbligazioni alla società concessionaria, fra le quali l’accesso al credito sul quale non avrebbero potuto prestare garanzie sull’immobile, non essendone i legittimi proprietari e troppe limitazioni sull’uso della struttura. Nel firmare la convenzione si trattò di superficialità. In quanto all’ente proponente si trattò, a mio avviso, di vera e propria incompetenza”.