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Così i “Carcagnusi” consumavano furti a Siracusa e Augusta

C’erano anche Siracusa e Augusta le mete preferite dal clan Mazzei di Catania per le loro scorribande finalizzate a mettere a segno rapine. La Squadra Mobile ha eseguito 16 arresti di individui (uno è latitante) ritenuti organici al clan che prende il nome da Santo Mazzei, capo indiscusso e da anni relegato al 41 bis. Un’inchiesta, quella che ha portato alla retata di oggi denominata “Target” che ha permesso di colpire il cuore organizzativo e verticistico della consorteria mafiosa e di trovare nuovi elementi di accusa a carico anche del figlio del “padrino” dei Carcagnusi, Sebastiano. Nuccio Mazzei ha preso da tempo il posto del padre nel ruolo di capo (anche lui è al regime del 41 bis e sta affrontando diversi processi). Storici i legami tra i Mazzei e i Corleonesi palermitani.

Le indagini hanno portato a far luce anche su due furti commessi ad Augusta e Siracusa – spiega il dirigente Antonio Salvago – e siamo riusciti anche a recuperare la refurtiva”. Le due azioni criminali a cui fa riferimento il capo della Mobile di Catania sono due: uno il furto commesso a marzo del 2015 ai danni dell’ottica Angiolucci di Augusta (furono rubati 4.812 paia di occhiali, in parte rinvenuti dagli investigatori). Il secondo colpo (con spaccata) è quello ai danni di un negozio di abbigliamento di viale Teocrito a Siracusa commesso a giugno del 2015. I Mazzei sono andati fuori Catania per mettere a segno i colpi, ma “non hanno chiesto il permesso a nessun clan della zona – chiarisce il pm della Dda Rocco Liguori – avevano necessità contingenti e hanno agito”.

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