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Decreto Isab la prossima settimana approda al Senato con l’emendamento salva Ias

Mentre da più parti si valuta l’avvio della trattativa di Litasco-Lukoil con l’azienda cipriota Goi Energy per l’acquisizione dello stabilimento Isab di Priolo Gargallo, l’aula del Senato esaminerà la prossima settimana il cosiddetto decreto legge Isab Priolo. L’ha stabilito la conferenza dei capigruppo a Palazzo Madama. Saranno approfonditi in quella sede l’articolo uno del decreto relativo all’amministrazione temporanea che dispone, tra l’altro, che l’azienda possa richiedere al ministro del Made in Italy, l’ammissione alla procedura di amministrazione temporanea, per un periodo massimo di dodici mesi, e l’articolo 2 su altre misure di sostegno. In questo secondo punto intervengono gli emendamenti del senatore Antonio Nicita sull’Ias, in fase di discussione discutendo in commissione Industria. 

“L’annuncio della vendita dello stabilimento Isab – dice Nicita – non risolve le criticità emerse nell’ultimo anno, ovvero la fragilità del sistema produttivo industriale del siracusano. Il Governo avrebbe già dovuto esercitare senza ritardo l’opzione di amministrazione temporanea pubblica di gestione, per mettere in sicurezza, prima di ogni ipotesi di vendita, il futuro della sostenibilità economica e ambientale dell’Are. Chiediamo di attivare da subito, senza indugio, le prerogative che la legislazione sul Golden Power attribuisce a infrastrutture critiche nazionali, come l’impianto ISAB, per monitorare il processo di vendita, valutare i programmi d’investimento e vincolarli a prescrizioni volte a tutelare occupazione, salute e ambiente”. 

Le organizzazioni sindacali accolgono ma con riserva la notizia della vendita dell’asset. “L’accordo tra Isab Lukoil e Goi Energy per la cessione della raffineria di Priolo potrebbe essere una soluzione positiva per i lavoratori e per il territorio, occorre però mantenere attivo il Tavolo di confronto”. Lo affermano Luigi Ulgiati, Vice Segretario Generale UGL ed Eliseo Fiorin Segretario Nazionale UGL Chimici. L’accordo dovrebbe perfezionarsi nel prossimo mese di marzo, al completamento -come spiegato nella nota ufficiale dal colosso Russo- di determinate condizioni sospensive tra cui il ricevimento delle necessarie approvazioni da parte delle autorità competenti, in particolare del Governo italiano. Ed è proprio all’esecutivo che Ulgiati e Fiorin si rivolgono: “E’ necessario – spiegano – che il Governo si faccia garante. In particolare ci aspettiamo che il ministro Urso convochi a breve il Tavolo di confronto con le parti sociali, presso Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMI), al fine di garantire un piano industriale sostenibile sia da un punto di vista sociale che ambientale, e di rilancio dell’attività della raffinazione, la cui importanza è strategica per l’intero settore energetico italiano”.

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