Dopo Roma anche a Messina l’avv. Calafiore verso il patteggiamento
Si va anche a Messina verso la definizione della posizione giudiziaria dell’avv. Giuseppe Calafiore, tra i principali protagonisti dell’inchiesta giudiziaria denominata “Sistema Siracusa”. A un anno di distanza dall’emissione delle misure cautelari, Calafiore avrà modo di chiudere in parte il conto con la giustizia ricorrendo alla pena concordata. L’udienza davanti al gup del tribunale di Messina, Monica Marino, è stata fissata per la giornata del 15 marzo. In realtà, una prima udienza si è celebrata giovedì davanti allo stesso gup ma è quasi subito slittata. Gli avv. Mario Fiaccavento e Giuseppe Gullino, che difendono Calafiore, hanno chiesto l’applicazione della pena in continuazione con la condanna rimediata dal professionista a Roma nell’altro troncone dell’inchiesta che lo riguarda, definito il 15 febbraio davanti al giudice per le udienze preliminari della capitale. In quella circostanza, il giudice, accogliendo la richiesta di patteggiamento, ha applicato nei confronti di Calafiore la pena di 2 anni e 9 mesi di reclusione per tutti i reati di corruzione in atti giudiziari che gli erano stati contestati. Per la definizione della pena da irrogare a Messina, bisogna, quindi, attendere il deposito della motivazione della sentenza del gup di Roma.Nell’inchiesta portata a termine dalla guardia di finanza con il coordinamento della Procura di Messina, Calafioredeve rispondere dei reati di associazione per delinquere, corruzione, falsità ideologica. Calafiore aveva già presentato nel mese di agosto dello scorso anno una richiesta di patteggiare la pena ma gli era stata respinta il mese successivo dal gup del tribunale peloritano, Tiziana Leanza, mentre l’avv. Piero Amara, ritenuto uno dei promotori del sistema per cui venivano pilotate sentenze, depistate indagini, aveva rinunciato al ricorso al rito alternativo.
Il gup Marino si è astenuta, invece, per quel che riguarda la posizione dell’altro imputato, Alessandro Ferraro, che ha chiesto di essere ammesso al rito abbreviato condizionato all’audizione dell’avv. Piero Amara. Ferraro è accusato di avere partecipato alla corruzione del giudice del Cga di Palermo, Giuseppe Mineo. Il giudice Marino ha motivato la propria astensione con il fatto di avere processato Davide Venezia, anch’egli coinvolto nell’inchiesta “Sistema Siracusa”. Il fascicolo intestato a Ferraro è stato assegnato, quindi, a un altro giudice che ha fissato la data del 15 marzo per sciogliere la riserva sull’ammissione dell’imputato al rito abbreviato condizionato. La richiesta è stata avanzata dai legali difensori dell’imprenditore Ferraro, avv. Alessandro Billè e Giuseppe Belcastro, per avere un confronto in aula con Amara da cui comprendere se e quale ruolo abbia avuto il loro assistito in questa vicenda.