Droga a Priolo, 7 indagati fanno scena muta davanti al Gip
7 indagati per associazione a delinquere finalizzata al traffico degli stupefacenti e possesso di armi, coinvolti nell’operazione dei carabinieri denominata “Megara”, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al gip del tribunale, Anna Pappalardo, che li ha sentiti su mandato del Gip titolare, Di Giacomo Barbagallo.
Ma pur avendo scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, i sette hanno rilasciato dichiarazioni spontanee sostenendo la loro estraneità ai fatti oggetto della contestazione. Molti degli indagati hanno lasciano intendere di vantarsi di spaventare i loro concorrenti nell’attività di spaccio di stupefacenti e gli stessi clienti che ritardavano il pagamento delle dosi. Antonino Bozzone Montagno, difeso dall’avv. Geraldo Pitruzzello, si è protestato innocente. Il villasmundese ha detto di non aver mai ceduto di droga ma di aver comprato a volte spinelli da alcuni spacciatori di Priolo. Bozzone Montagno ha poi riferito di aver messo in circolazione una falsa notizia relativa al fatto di essere stato il responsabile del ferimento di una persona. Fabio De Simone, difeso dall’avvocato Puccio Forestiere che Manuel Pisano, assistito dall’avvocato Junio Celesti, hanno detto al gip di essere stati già condannati per i reati contestati nell’operazione “Megara”. De Simone ha riferito di essere stato colpito dalla misura cautelare dopo aver riportato una condanna a 3 anni e 8 mesi di reclusione per il reato di detenzione ai fini di spaccio di cinque chili di hashish. E ha precisato che il 29 giugno dovrà comparire davanti alla Corte d’Appello di Catania perché Procura Generale ha impugnato la sentenza del Gip del Tribunale di Siracusa ritenendo lieve la condanna inflittagli. Manuel Pisano ha sostenuto che nel mese di febbraio dell’anno scorso venne arrestato in quanto trovato in possesso di 2 chili di marijuana, patteggiando la pena ad 1 anno e 8 mesi.
Tra gli 11 arrestati l’unico che non ha reso dichiarazioni spontanee è stato il siracusano Angelo Messina, difeso dagli avvocati Giambattista Rizza e Junio Celesti. Gli viene addebito il reato di detenzione e spaccio di droghe leggere, quindi marijuana e hashish.