Emergenza Covid, Siracusa sfonda il tetto dei 6mila contagi
I casi positivi al Covid 19 in provincia di Siracusa hanno sfondato quota 6mila. Il dato preciso è di 6.002, conteggiato dall’inizio della pandemia (marzo dello scorso anno). Anche ieri si sono registrati altri 48 casi di nuova positività al Coronavirus, un dato in netto decremento rispetto al picco registrato nella giornata di lunedì quando la curva dei nuovi positivi era schizzata addirittura a 197. Un dato statistico che aveva fatto ripiombare la nostra provincia al mese di aprile quando, ogni giorno e per diverse settimane, si registravano oltre cento nuovi casi di contagio al virus. Si tratta, comunque, di riscontri altalenanti, atteso che domenica scorsa erano stati registrati poco 16 casi positivi, suscettibili a mutare a seguito del numero di tamponi che vengono eseguiti sulla popolazione.
Serpeggia una certa preoccupazione tra gli operatori sanitari sull’incremento dei nuovi contagi da Covid 19 anche nel nostro territorio. I numeri altalenanti che si sono registrati in questi ultimi giorni e la curva dei nuovi positivi che è schizzata verso l’alto nelle ultime ore, non rappresentano segnali confortanti in prospettiva. Nessuno dei sanitari si sbilancia con le previsioni ma sono in tanti a temere la cosiddetta terza ondata della pandemia.
L’altra faccia della medaglia è costituita dal fatto che i ricoveri negli ospedali Covid della nostra provincia non hanno raggiunto i limiti di saturazione. Nel considerare i ricoveri nelle terapie intensive, non auspicabili perché la media dei pazienti che si salva dopo essere stata intubata o per i quali è stato necessario l’impiego della C-Pap, cioè il caschetto che consente una migliore respirazione, è molto bassa. Al reparto Covid dell’ospedale Umberto primo, l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva è al 70% mentre ha avuto punte massime di 7 ricoveri su 8 posti letto disponibili. Qualora si dovesse superare il limite massimo dei posti letto, l’Asp 8 ha già approntato un pian o di emergenza, costituito dall’attivazione di altri 8 posti letto di terapia intensiva covid in altra struttura ospedaliera. Rispetto alla prima ondata, si registrano meno ricoveri in ospedale anche perché ai pazienti che non accusano gravissime patologie, sono curate in casa (nel pieno rispetto dell’isolamento) dai medici di famiglia con la somministrazione di terapie adeguate ed efficaci.