Emergenza sanitaria, la Cna: “Ristori per le piccole imprese”
“La proroga dell’emergenza sanitaria disposta dal Governo, alla luce dei dati preoccupanti di questi giorni legati ai contagi da covid non era evidentemente un atto formale, adesso però servono risposte rapide e concrete per aiutare le piccole imprese del territorio”. Lo dichiarano Rosanna Magnano, presidente di CNA Siracusa e Stefano Gentile, presidente provinciale del comparto ristorazione di CNA.
“Praticamente tutti i pubblici esercizi, a cominciare proprio dalla ristorazione, si trovano in questo momento a vivere un momento storico che definire preoccupante è dir poco – spiegano i due esponenti di CNA Siracusa – con da una parte il mancato introito dovuto alle restrizioni scattate proprio a ridosso delle feste natalizie, dall’altra il timore generale dei cittadini che affianca al normale calo fisiologico dei consumi di gennaio un ulteriore disincentivo alle spese non necessarie, nonostante il periodo dei saldi”.
“Ad aggravare un quadro già a tinte fosche – proseguono Rosanna Magnano e Stefano Gentile – contribuiscono sia il ritorno a pieno regime della morsa fiscale, con la definitiva cessazione del periodo di cosiddetta <<pace>>, sia soprattutto il caro materie prime e il caro energia in particolare, con casi di attività che hanno visto negli ultimi mesi un raddoppio per le spese delle utenze di luce e gas”.
“Pur confermando senza indugio la linea favorevole di CNA sia all’istituzione del Green Pass, purché si attuino anche i controlli che non possono essere delegati esclusivamente alle singole attività, sia al potenziamento della campagna di vaccinazione, è chiaro che questo diabolico combinato disposto non può continuare – continuano Magnano e Gentile – per questo chiediamo alla classe dirigente regionale e nazionale di attivarsi in fretta e concretamente, ripensando e allargando il sistema dei ristori ma soprattutto allentando le morse del fisco, quanto meno fino a quando la situazione economico-sanitaria non sarà migliorata”.
“In caso contrario il rischio – concludono Magnano e Gentile – è di assestare il definitivo colpo di grazia ad un’economia che già oggi è appesa a un filo, provocando così anche una crisi sociale dai risvolti gravissimi”.