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Errori umani dietro la tragedia del Bayesain

Si attendono le operazioni di recupero del Bayesian, il veliero affondato davanti alla costa di Porticello, per esaminare l’imbarcazione e la scatola nera per conoscere le cause del naufragio avvenuto all’alba di lunedì in concomitanza con una tromba d’aria.

Intanto, s’insinua l’ipotesi di una catena di errori alla base dell’incidente.

Le indagini della Capitaneria di porto sono coordinate dal procuratore Ambrogio Cartosio.

S’indaga per naufragio, disastro, omicidio plurimo e lesioni.

L’ipotesi su cui si stanno concentrando gli inquirenti sarebbe quella di una presunta catena di errori umani che avrebbe provocato l’affondamento dello yacht.

La deriva mobile, parzialmente alzata, potrebbe avere avuto un ruolo determinante nella minore stabilità dello scafo, insieme ad alcuni portelloni aperti che avrebbero imbarcato una grande massa d’acqua in poco tempo favorendo il rapido inabissamento del veliero.

E ancora i motori spenti e il mancato funzionamento del sistema che in questi casi dovrebbe sigillare i boccaporti e gli accessi all’interno.

Di tutta questa possibile serie di errori ha parlato anche l’Ad di Italian Sea Group Giovanni Costantino, la società che ha rilevato Perini Navi, azienda costruttrice del Bayesian. «Tutto ciò che è stato fatto – dice – rivela una sommatoria lunghissima di errori.

Le persone non dovevano essere nelle cabine, la barca non doveva essere all’ancora.

E poi perché l’equipaggio non sapeva della perturbazione in arrivo? Era tutto prevedibile». L’evento accaduto, aggiunge Costantino «avrebbe rappresentato un rischio pari a zero se fossero state fatte le manovre corrette e se non fossero intervenute delle situazioni che hanno compromesso la stabilità della nave».

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