Falsi invalidi: oltre un migliaio di ore di intercettazioni
Il gip Carmen Scapellato deciderà lunedì quando fissare gli interrogatori di garanzia per le persone indagate, coinvolte a vario titolo nell’inchiesta sui falsi invalidi, denominata “Povero Ippocrate”, coordinata dai pm Tommaso Pagano e Salvatore Grillo, portata a termine dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura. Compariranno davanti al gip che ha emesso la relativa ordinanza, dapprima gli indagati ai quali sono state applicate le misure cautelari, a cominciare da Rosaria Mangiafico, titolare del fittizio patronato, che avrebbe raccolto le istanze dei candidati a ottenere dall’Inps le pensioni d’invalidità e quelle di accompagnamento. La donna è l’unica, insieme con l’urologo Santo Cultrera, a trovarsi al momento in regime di arresti domiciliari. Nel corso delle indagini, i carabinieri diretti dal Luogotenente Domenico Di Somma, hanno appurato, tra le altre cose che la Mangiafico, usufruisce della pensione d’invalidità. La sua posizione come quella del medico dell’Asp 8 è ritenuta la più delicata dal giudice per le indagini preliminari che, però, ha rigettato la richiesta dei pubblici ministeri di ipotizzare a carico degli indagati fra medici, infermieri, responsabili di patronato non riconosciuto e fruitori di indebito vantaggio, anche il reato di associazione per delinquere. La Procura ha già annunciato di volere avanzare ricorso per fare valere questa ipotesi di reato che aggraverebbe ulteriormente il quadro accusatorio di molti indagati.
L’ordinanza è stata notificata anche all’Ordine dei medici della provincia di Siracusa e al direttore dell’istituto nazionale perla previdenza sociale del capoluogo per opportuna conoscenza e per avviare eventuali azioni disciplinari nei confronti degli iscritti e dei dipendenti. Truffa ai danni dello Stato, falso in atto pubblico, corruzione e abuso d’ufficio sono i reati contestati, a vario titolo, alle persone coinvolte nella vicenda giudiziaria mentre il giudice ha disposto il sequestro di oltre 600mila euro per equivalente in varia misura a carico degli iscritti nel registro degli indagati, che avranno adesso modo di chiarire la propria posizione davanti al giudice.
Per ricostruire il quadro probatorio, gli investigatori hanno immagazzinato oltre un migliaio di ore di videoriprese e d’intercettazioni audio. Un corposo riscontro tecnologico per dare forza all’operazione “Povero Ippocrate”, per il quale è scattato per la prima volta sul territorio siracusano la nuova normativa sulle intercettazioni. I difensori degli indagati possono estrarre copia delle trascrizioni e fare eseguire la trasposizione della registrazione su idoneo supporto; per l’intercettazione di flussi di comunicazioni informatiche o telematiche i difensori possono richiedere copia su idoneo supporto dei flussi intercettati o copia della stampa. Cambiano le modalità di conservazione della documentazione: l’archivio riservato all’ufficio del pm è sostituito da un apposito archivio digitale, gestito e tenuto sotto la direzione e la sorveglianza del Procuratore.
I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, nel plaudire all’attività della Procura e dei carabinieri, chiedono “un sistema di vigilanza perenne sui vari patronati che spuntano come funghi, il cui operato, come abbiamo visto nell’operazione Povero Ippocrate, è ben lontano dall’essere legittimo”. Il sindacato parla di “un male antico, un sistema corrotto le cui conseguenze ricadono inevitabilmente su una vastissima platea di siracusani”.