Fermata Isab: impegnati 800 lavoratori da fuori provincia
Circa 800 lavoratori provenienti da fuori provincia saranno impegnati nelle operazioni di manutenzione straordinaria degli impianti. Su un totale di manodopera impegnata che oscillerà tra 2500 e 3000 unità, almeno il 30% verrà da fuori provincia, che corrisponde ad almeno 800 lavoratori. Una scelta dell’ISAB che stride fortemente con i livelli di disoccupazione del territorio e con la necessità di impiego di manodopera disoccupata locale. E tutto per sole 47 giornate lavorative previste dal progetto. Una scelta industriale miope che sottrae reddito e ristoro sociale per le famiglie dei lavoratori siracusani disoccupati ai quali l’azienda lascia inquinamento, incidenti, miasmi, disagi e in alcuni casi solo disperazione. Uno schiaffo sociale intollerabile da parte di uno dei gruppi industriali più importanti del territorio che dopo le massicce riduzioni di manodopera di diretti e indotto degli ultimi tempi, dopo l’allungamento progressivo da tre a cinque anni degli interventi di manutenzione straordinaria degli impianti (con buona pace della sicurezza) e oggi con il ricorso ad un migliaio di lavoratori provenienti da fuori provincia lancia un messaggio tanto chiaro quanto devastante: le spregiudicate logiche del profitto schiacciano il territorio e qualunque barlume di responsabilità sociale dell’impresa. Né può essere sostenuta la ragione avanzata dall’ISAB di aver esaurito tutte le professionalità locali e quindi di essere stata costretta ad appaltare fuori specializzazioni utili alla grande industria. E questo almeno per due ragioni: la prima, perché il tema della necessità di alcune professionalità necessarie all’industria è noto da parecchio tempo ed è rimasto colpevolmente irrisolto. La seconda, perché la ricerca di un proficuo dialogo sui temi del rapporto fra industria-formazione-riqualificazione dei lavoratori e territorio è sempre stato inutilmente ricercato dal sindacato e mai condiviso dal sistema industriale. Per tutte queste ragioni, riteniamo irricevibile la scelta operata dall’ISAB ed esprimiamo forte preoccupazione per le disattese aspettative occupazionali create attorno alla fermata costruita su presupposti, scelte e strategie non condivise dal sindacato.