Fondo di riserva, un nodo da sciogliere entro il 14 novembre
Approvare il conto consuntivo del 2018 entro il 14 novembre altrimenti scatta il commissariamento del Comune capoluogo. Un obiettivo reso più difficile dalle riserve poste in essere dai revisori legali, compulsati dalla commissione bilancio che ne ha segnalato un anomalo utilizzo. I revisori, che pure avevano dato il via libera al rendiconto dello scorso anno, sono stati chiamati a dare un parere sui 20mila euro prelevati dal fondo di riserva e utilizzati dall’amministrazione comunale per contributi per attività culturali.
Il sindaco Italia ha evidenziato l’importanza di approvare il conto consuntivo entro i termini perché c’è il rischio di non potere rendere attuabile il bilancio preventivo. Significa bloccare le gare per gli asili nido, la refezione scolastica, di non potere partecipare ai bandi per le periferie per le quali sono stati stanziati 13 milioni di euro che possono essere richiesti accendendo un mutuo alla Cassa depositi e prestiti. Ha fatto anche notare che in assenza del conto consuntivo, il Comune non potrà accedere al mutuo per un milione e 100 mila euro che servirà per la manutenzione nelle scuole (300mila euro), per il cimitero (600 mila euro) ed edilizia sociale (100mila euro).
Per il primo cittadino “la scelta di alcuni consiglieri di sollevare il problema del fondo di riserva è strumentale e incoerente perché alcuni esponenti dello stesso gruppo consiliare ha fatto parte in passato di quelle giunte che hanno approvato bilanci consuntivi con impegno di somme ben più consistenti del fondo di riserva per attività culturali”.
Dalle carte messe a disposizione della stampa emerge che in passato anche l’80% del fondo di riserva sarebbe stato utilizzato per contributi ad associazioni sportive e per attività culturali. E così sono emerse situazioni paradossali come l’elargizione di contributi pubblici per convegni, concerti e 10 mila euro destinati all’allestimento dei saloni del castello Maniace a favore degli organizzatori di una festa privata a cui era consentito l’accesso ad inviti.