Funzionari assolti, l’Inda: “Chiusa una brutta pagina di storia della Fondazione”
Dopo un anno e nove mesi di udienze, s’è concluso con una sentenza di assoluzione un altro dei processi penali scaturito da una delle tante inchieste aperte dalla Procura aretusea a carico di dirigenti e funzionari dell’Inda, la Fondazione istituto nazionale del dramma antico. Il tribunale ha assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste Enza Signorelli, ex consigliere delegato della Fondazione; Vanessa Mascitelli, responsabile operativa dell’istituto, il marito Angelo Renato, gli amministratori della società Archimedea srl, Laura Sgandurra, Giampiero Parrinello e Corradina Riccioli. Dovevano rispondere dei reati di associazione per delinquere, truffa aggravata in concorso, omesso versamento di ritenute previdenziali.
La vicenda giudiziaria ha avuto l’epilogo nell’estate del 2015 quando, a seguito di sei esposti anonimi e di un’interrogazione parlamentare, la Procura ha notificato agli imputati l’avviso di conclusione delle indagini. Gli inquirenti hanno verificato tutte le spese sostenute dall’Inda, dal 2005 al 2012. La lente d’ingrandimento si è concentrata sulle somme spese per servizi di pubblicità e anche sull’affidamento degli stessi servizi. Dall’inchiesta della magistratura è emerso, tra le altre cose, che i contratti sarebbero stati conclusi attraverso licitazioni private a favore di società riconducibili a parenti di funzionari dell’istituto. Dal primo gennaio 2009 al 31 dicembre 2012, sarebbero stati affidati lavori relativi alla pubblicità per circa 500mila euro, che, secondo l’accusa, sarebbero stati fittizi, alla società “Archimedea srl” ma che, al riscontro dibattimentale, è stato appurato che così non fosse stato.
L’inchiesta è stata coordinata dall’allora sostituto procuratore generale Roberto Campisi come prima tranche di un più corposo dossier giudiziario che riguardava le precedenti gestioni dell’Inda, il cui titolare di fascicoli è stato l’allora procuratore capo Francesco Paolo Giordano.
La decisione del Tribunale di Siracusa di assolvere l’ex consigliere delegato, funzionari e dipendenti della Fondazione Inda dalle accuse, “ristabilisce, dopo anni, la verità dei fatti, e chiude una brutta pagina di storia dell’Inda”. Questo il commento dell’attuale vertice della Fondazione che prosegue: “Le gravi accuse mosse nei confronti del personale della Fondazione si sono dimostrate prive di fondamento.
L’intera vicenda, portata avanti in un periodo molto turbolento per la città dal punto di vista giudiziario, ha avuto pesanti ripercussioni sull’immagine dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico, un’istituzione che ogni anno contribuisce in maniera cospicua all’economia e allo sviluppo della città.
L’ex presidente dell’Inda, Roberto Visentin, anch’egli assolto in un’altra vicenda giudiziaria relativa all’Inda, auspica che “tutti quei politici che all’epoca si prodigarono con numerose e generose dichiarazioni animati da un giustizialismo d’accatto asserendo che l’INDA era stata gestita male e da un pugno di gente dedita all’imbroglio, abbiano il coraggio di ammettere di essersi clamorosamente sbagliati. Infine una domanda: chi paga per tutto questo?”.