Se te lo fossi perso

Gianni: “Il fermo biologico per ripulire il mare dalla plastica”

Nell’ambito del G7 Agricoltura, nei prossimi giorni sono in programma alcune sessioni dedicate al mare e alla pesca .

Per tale motivo, il sindaco di Priolo, Pippo Gianni ha rilancio l’idea di fare ripulire il mare durante il fermo biologico.

L’obiettivo è quello di recuperare quanta plastica disseminata nei fondali e in superficie. “10 anni fa circa – afferma il sindaco di Priolo Gargallo Pippo Gianni – avevo lanciato un’ipotesi di lavoro che potrebbe probabilmente essere utile al ministro dell’Agricoltura e Pesca, Lollobrigida, che potrebbe attuarla, se lo ritiene opportuno, utilizzando anche i fondi PNRR e della Comunità Europea. La mia intenzione – prosegue Pippo Gianni – è di fornire un’indicazione, affinchè le personalità presenti al G7 possano discuterne e, se lo ritengono utile, attuarla.

Ogni anno, durante il periodo di fermo biologico, pescatori, marinai e chiunque abbia le competenze per farlo, potrebbero essere utilizzati come veri e propri “spazzini del mare”, per raccogliere plastica, rifiuti e altro materiale inquinante.

Si potrebbe raddoppiare – continua il sindaco Gianni – il periodo di fermo biologico, pagare marinai e pescatori, le barche, i titolari e chiunque sia utile per poter effettuare la raccolta dei rifiuti e della plastica che, una volta raccolti, dovranno essere portati a riva.

Si potrà offrire un’ulteriore risorsa economica, in base alla quantità di spazzatura raccolta, a chi si occuperà di questo lavoro, separando rifiuti e plastica.

Una volta a riva, i rifiuti potranno essere smaltiti e la plastica riutilizzata per la rigenerazione del granulo.

Da un lato puliamo il mare, divenuto ormai la più grande discarica di rifiuti prodotti dall’uomo, e dall’altro riutilizziamo la plastica esistente, invece di crearne di nuova. L’altro importante obiettivo è far sì che, durante il periodo di fermo biologico e pulizia, vi sia il ripascimento del mare, proibendo a chiunque, da qualsiasi parte del mondo arrivi, di pescare nel Mediterraneo durante i mesi del ripascimento.

Si crea così nuova occupazione – conclude Pippo Gianni – si combatte l’inquinamento, si aiutano i pesci a riprodursi e si previene il rischio soffocamento per le specie marine che si trovano ad ingerire plastica e altri rifiuti”.

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