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Giorgia Meloni ad Augusta: “Migranti, una vera emergenza”

Questione migranti. Visita lampo alla nuova Darsena di Augusta del leader nazionale di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Dopo Catania, tappa ad Augusta e poi Vittoria per la Meloni, che ha incontrato la stampa e i simpatizzanti per esprimere la propria condotta di linea riguardo al tema dell’immigrazione in Sicilia.

“Siamo ad Augusta per difendere il grande lavoro che sta facendo la cittadina megarese in fatto di accoglienza dei migranti, ormai diventata una vera e propria emergenza e che il governo nazionale non è in grado più di gestire. – ha esordito Meloni – Una situazione totalmente fuori controllo, diventata una vera emergenza e che il governo nazionale non è in più grado di gestire. Siamo solidali con questa città di 35 mila abitanti, che si è vista arrivare in 7 mesi 13mila persone. Si parla molto di Lampedusa, ma quasi nessuno sa che qui ad Augusta arriva il doppio della gente che arriva a Lampedusa. – ha proseguito Meloni – Augusta ha bisogno di avere sempre accessi i riflettori. Noi di Fratelli d’Italia non abbiamo la pretesa di dire dove devono sbarcare gli immigranti, noi vogliamo parlare di una proposta seri, cioè, una missione europea per arrivare a un blocco navale nelle coste libiche, un dialogo e un confronto con i governi libici, in modo che possano riprendere il controllo delle coste e aprire in Africa i centri per valutare chi ha diritto a essere rifugiato, distribuendoli equamente nei 27 paese dell’unione europea”. Ogni Paese difende i propri confini per non fare entrare i clandestini e Meloni porta l’esempio della Spagna. “La Spagna recentemente, che è più vicina rispetto a noi alle coste libiche, ha bloccato un assalto di 800 migranti con l’ausilio di navi militari. Noi in Italia purtroppo non abbiamo il problema di avere molte coste, ma di avere il Pd. Il governo italiano si sta facendo ridere in faccia per la sua assoluta incapacità di arginare questo fenomeno. – ha concluso – La verità e che non lo hanno voluto fare sia per le proprie incapacità, ma anche perché dietro c’era un disegno che favoriva i grandi finanziatori, amici di Renzi, vendendo a ribasso i diritti dei lavoratori”.

Francesco Giordano  

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