Giornalisti: verso il rinnovo del consiglio dell’Ordine fra vertenze e speranze
Dopo una stagione di veleni e un lungo e snervante tira e molla sul riordino dell’Ordine dei giornalisti, con la menomazione, di fatto, della rappresentanza dei pubblicisti nel Consiglio nazionale, specie per la Sicilia, la questione oggi si ripresenta ancor più spinosa di prima. I pubblicisti restano indietro nei diritti, ma con tanti doveri, sfruttati e sottopagati. Occorre riequilibrare le forze in campo, essendo i pubblicisti, il motore dell’informazione in un sistema, dove il precariato è diventato durissimo e in cui i pubblicisti, migliaia di colleghe e colleghi, reggono in piedi per pochi euro a pezzo giornali, tivù, siti web e testate on line, senza la testimonianza della loro attività di operatori insostituibili dell’informazione. Tale siffatta condizione, trova conferma nella presenza della stragrande maggioranza dei “biondini di redazione”, fornata da pubblicisti. Il 1° Ottobre i giornalisti siamo chiamati al rinnovo dei Consigli regionali e di quello nazionale dell’Ordine.
Il collega siracusano Santo Gallo è in corsa per l’Ordine di Sicilia, inserito nel gruppo siciliano Giornalisti Pubblicisti 2.0, con Attilio Raimondi di Messina e Salvatore Li Castri di Palermo per il Consiglio regionale della Sicilia, e a quella di Santino Franchina per il Consiglio Nazionale, vice presidente nazionale uscente, tutti colleghi di primo piano del Giornalismo Siciliano che si sono battuti per la categoria a fondo; hanno trovato sempre le giuste soluzioni, specie a livello nazionale, in difesa dei pubblicisti contro una cancellazione selvaggia, di massa, che non teneva conto della crisi del lavoro in una vera e propria guerra tra fazioni in lotta. Santo Gallo, Santino Franchina, Attilio Raimondi e Salvatore Li Castri e tutti gli altri, hanno autorevolmente rappresentato, in sede regionale e nazionale, la categoria, spiccando per la difesa ad oltranza e l’ottenimento dei diritti e dei doveri con ottimi risultati di legalità, trasparenza ed equità. Senza una rappresentanza qualificata, l’Ordine dei giornalisti rischia di diventare sempre meno utile non soltanto ai suoi iscritti, ma soprattutto al popolo italiano per garantire un’informazione corretta e trasparente, specie in Sicilia, dove la crisi dell’editoria a cascata ha innescato una forte e strategica difesa degli editori, scaricando i costi sui giornalisti, capitalizzando i guadagni e socializzando le perdite. La vertenza si è fatta davvero pesante, con redattori e collaboratori che non sono pagati regolarmente, con ritardi anche di sei mesi e più, licenziamenti e cassa integrati che ogni giorno aumentano sempre di più.
Concetto Alota