Gli avvisi di garanzia a Giovanni Cafeo e Alfredo Foti aprono nuovi scenari nella politica siracusana
Il terremoto giudiziario che ha colpito due degli uomini vicini al sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo, apre nuovi scenari sul futuro di quest’amministrazione comunale; e se Giancarlo Garozzo, nella qualità di capo dell’amministrazione del Vermexio, di primo acchito e nell’espressione diplomatica politica deve pronunciare necessariamente fiducia e serenità nei confronti della magistratura in generale e nelle indagini della Procura, dall’altro non si può negare che tutte le inchieste già chiuse e quelle in sofferenza non potranno che creare ancor tanto imbarazzo di fronte a una tale siffatta condizione, o brutta falla aperta che dir si voglia, con oltre dodici fascicoli d’indagine e tutte corpose e pericolose sul cammino politico di questo esecutivo politico siracusano. Sono oltre una dozzina e non uno solo i fascicoli che potrebbero far saltare tutto per aria, e questo non si può accettare, specie quando si affligge la platea con le dicerie al vento, che quando messo in campo dai magistrati inquirenti potrebbero essere tutte quisquilie. O dove non potrà scalfire questo sodalizio politico che ha vinto le elezioni. Ma oltretutto i tronconi d’inchiesta sul fronte degli asili nido non sono terminati. Sono in corso conferme e smentite di un’attività che paradossalmente richiama una ridda d’ipotesi, compresa quelle del micro asilo nido fantasma, le implicazioni collegate di un rapporto di padronanza di estranei ai lavori che diventano i protagonisti assoluti, ombrando, di fatto, gli amministratori della cosa pubblica. E la domanda era e rimane: ma chi è il regista di questo progetto a cinque di cui Simona Princiotta per l’occasione abbozzo una storia poetica o similare?
Appare poco chiaro, ma ancora non tutto è stato svelato, e gli addetti ai lavori parlerebbero di fatti “concatenati e paralleli”, dove a tratti si scorge il passato, e dove a forzare la mano appare peggio del presente; ma forse non c’era il reato. I codici non hanno anima e nemmeno cuore; la legge è legge, e non fa particolari condizioni. Tra l’affidamento diretto del passato e le gare “avariate”, come sostiene Simona Princiotta, Pippo Zappulla e la Procura, la differenza rimane sostanziale e non formale.
L’occasione si presenta ghiotta sul piano squisitamente politico, come appare una scusa la polemica interna al Partito democratico per liquidare dalla scena politica in un sol colpo il giovane crescente e promettente Alfredo Foti e il prode Giovanni Cafeo; ma se la condizione è solamente riportata al possesso degli avvisi di garanzia, allora sul braciere della carne non rimane che il carbone, poiché il conto nel totale aggiorna a circa settanta tra quelli consegnati e iscritti a modello ventuno, di persone note. Così da azzerare in un solo colpo l’intera classe politica siracusana.
L’ultimo giro di boa della grande giostra degli avvisi di garanzia è appena cominciato. Il tempo stringe per trovare un modello che consenta a questa situazione disastrosa di trovare una valida soluzione per salvare un vincolo culturale politico-amministrativo messo in campo nella campagna elettorale e quello della morale che nessuno vuole applicare. Il carro dei vincitori è piano zeppo di uomini che praticano le lotte intestine, e la guerra dichiarata è all’ultimo sangue.
Concetto Alota