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I due badanti immobilizzati e giustiziati

Sarebbe stata una vera e propria esecuzione quella con cui sono stati uccisi i due badanti casertani, uno dei quali è stato anche ammanettato. Il particolare agghiacciante è emerso ieri mattina nel corso dell’udienza in cui il 50enne siracusano Giampiero Riccioli, ritenuto il responsabile della morte di Alessandro Sabatino e Luigi Cerreto, ha chiesto al tribunale del riesame di annullare l’ordinanza emessa dal gip del tribunale aretuseo, Salvatore Palmeri, con cui ha disposto la misura cautelare in carcere. 

Nel corso dell’udienza, il sostituto procuratore generale Rosa Miriam Cantone ha illustrato ai giudici alcuni dettagli dell’autopsia, eseguita sui resti umani ritrovati sotto un terrapieno nel cortile della villa di contrada Tivoli dove i due badanti hanno accudito nel 2014, per circa due mesi, l’anziano genitore di Riccioli. Il magistrato ha confermato che dall’esame di laboratorio su quei poveri resti è stato riscontrato un foro all’altezza del cranio e frammenti di materiale metallico che potrebbero essere riconducibili a un’ogiva. Una delle due vittime era stata immobilizzata con fascette di plastica, applicate ai polsi e poi giustiziato con il classico colpo di grazia alla testa. Gli inquirenti, insomma, hanno ipotizzato uno scenario da incubo nel quale i due badanti sarebbero stati ammazzati come avveniva nei lager nazisti o nei regolamenti di conti fra mafiosi o in rapimenti con fini terroristici. Il rappresentante della pubblica accusa, al cospetto dell’esito dell’esame autoptico, ha chiosato: “La malvagità non ha limiti”. 

Di fronte a questi ulteriori elementi di novità, l’indagato non ha aperto bocca. Come per l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari, anche in questa circostanza Riccioli è rimasto del tutto in silenzio preferendo, quindi, avvalersi della facoltà di non rispondere. A parlare, invece, è stato l’avvocato Antonio Meduri, che difende il ristoratore siracusano, il quale conferma la complessità della vicenda chiedendosi se fosse mai possibile che il suo assistito, dal casellario giudiziale intonso e dalla personalità non paragonabile a quella di boss della mafia o dittatori spietati, possa avere ordito un simile atto criminale. Nell’arringa ha escluso che Riccioli possa avere ucciso in quel modo brutale e a sangue freddo i due badanti soltanto perché avessero preteso il pagamento della mensilità ammontante a 800 euro. 

La Procura generale, che ha chiesto la conferma della misura cautelare per Riccioli, nutre qualche dubbio rispetto all’estrazione del Dna dai resti umani ritrovati nella villetta di via San Pio da Pietrelcina perché dopo sette anni non è più reperibile il materiale organico. I periti proveranno a studiare i denti da cui forse sarà possibile estrarre il codice genetico per metterlo a confronto con quello dei genitori dei due badanti. 

Nel frattempo, il tribunale del riesame si è riservato sull’istanza della difesa di Riccioli e il verdetto è atteso nelle prossime ore. 

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