Il caso della Sovrintendenza sulla ribalta nazionale
Il caso della rimozione dei dirigenti della Sovrintendenza di Siracusa è stato ripreso e approfondito dal Corriere della Sera. A firma del giornalista Gian Antonio Stella, l’articolo fa riferimento al recente provvedimento da parte del Dipartimento dei beni culturali della Regione Sicilia, che ha allontanato tre funzionari della Soprintendenza Rosa Lanteri (beni archeologici) Alessandra Trigilia (paesaggistici) e Aldo Spataro (architettonici). A giudizio del Corriere, la decisione sarebbe da collegare al fatto che i tre dirigenti si sarebbero “messi di traverso ad alcuni pesanti interventi in alcune delle aree più importanti ed esposte della città di Dionisio”. Una decisione, quindi, consequenziale alle presunte pressioni da parte di imprenditori locali, contrariati dallo zelo di adottato dagli uffici della Sovrintendenza di Siracusa nell’imporre il rispetto delle tutele e dei vincoli. Fu anche avanzata una richiesta di risarcimento a carico della Lanteri, della Trigilia e di Spataro, pari a 268 milioni di euro per lo stop al progetto del secondo porto turistico all’interno del porto grande, e altri 155 per il blocco alle villette e ai centri direzionali per un totale di 423 milioni.
Nell’articolo del Corriere on-line si fa riferimento alle attività ostative della Soprintendenza non solo per il porto turistico (Marina di Siracusa) ma anche ai 71 villini e due centri direzionali sul Pianoro dell’Epipoli, in zona di inedificabilità assoluta e al progetto che prevedeva la costruzione di 501 abitazioni nella zona di Epipoli. Nell’articolo ci sono, comunque, alcune imprecisioni. Quella che più risalta è legata al progetto di secondo porto turistico. Nel pezzo si fa riferimento a un isola artificiale da costruire nel porto grande, che nel progetto riveduto e corretto già da settembre scorso in conferenza dei servizi, è stato cancellato dai progettisti.
Gian Antonio Stella si chiede come mai la Regione anziché tutelare i funzionari zelanti, li bacchetta e li penalizza? “In questo contesto, sui tre dirigenti siracusani lo Stato avrebbe dovuto dire: questi non si toccano”.