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Il fallimento della politica siracusana tra incapacità e immobilismo

La politica siracusana è in profonda crisi. Si pensa al cambio generazionale come successione di leader, di uomini che scelgono di tuffarsi in politica come fosse una piscina. In realtà sta cambiando la misura del modo di fare politica; ma senza l’esperienza dei veterani, non serve ai giovani farsi eleggere per il solo pavoneggiarsi e nulla di più. Non si fanno i conti che la gente è più preparata, più reale alle novità, e questo già rappresenta una rottura di tendenza per capire il bene e il male. Insomma, il popolo sbaglia, ma si riprende nel prossimo giro elettorale, e se sbaglia ancora, ritenta un’altra volta, ma a Siracusa non abbiamo più tempo a disposizione, siamo arrivati al capolinea. Ecco perché la divulgazione immediata e la libera informazione sono i pilastri della moderna rivoluzione, contro l’immobilismo, l’incapacità e la corruzione diffusa a tutti i livelli istituzionali.

Occorre riprendere l’immagine del cambiamento in uno scenario politico pratico che affronta i problemi della comunità in maniera reale e non attraverso l’intermediazione di altri, uomini potenti che sono abitanti di altri luoghi, che sua volta sono impegnati nei loro rispettivi territori e devono, quindi, dare conto e ragione ai loro elettori.

In atto a Siracusa non abbiamo uomini preparati, con gli attributi necessari per risollevarci dal vicolo cieco, dove ci siamo infilati da soli. Diciamolo chiaramente che siamo orfani di bravi e capaci rappresentati politici nelle varie istituzioni, senza offesa e rancore per i furbacchioni che si sono volutamente circondati di mezze cartucce per poter a sua volte emergere.

Il sistema locale di una volta era valido e rapido; oggi insistono l’aggravio e l’annullamento della motivazione ideale, o ideologica, che è stata rimpiazzata da interessi personali e non più da quelli collettivi. Il “Sistema Siracusa” e il “Sistema Montante” sono in Sicilia la prova provata del cambiamento in peggio della società siciliana, Siracusa compresa, anzi battistrada della moderna e silente corruzione, come si vedrà nelle prossime inchieste della magistratura ancora aperte in diverse procure in Sicilia e oltre lo Stretto.

Anche i mezzi d’informazione, i cosiddetti “media”, in mano alle lobby dell’editoria, non costituiscono più i guardiani del potere politico-economico, ma servono, purtroppo, a creare conformismo nei cittadini, legati, a sua volta, agli interessi personali, di gruppo o di lobby; un comportamento scorretto e illegale della classe politica dirigente che è divenuto il motivo del collasso del nostro sistema economico sociale, oltre che democratico. L’illusione che questi giovani politici impreparati e confusi possano risolvere i problemi dell’efficienza in politica, è smentita dai fatti di ogni giorno. Molti di essi hanno ricevuto il “vizietto” ereditario di mirare agli interessi personali. Essere giovane, non significa essere capaci e onesti.

La necessità urgente di un radicale rinnovamento di partiti e movimenti, deve incominciare dai criteri di composizione e di distinzione della classe politica e dei candidati nelle istituzioni; ma tale compito implica necessariamente il rinnovamento del vecchio e logoro ceto dirigente che è stato incapace di riformarsi, ma questo a sua volta è quasi impossibile senza un rinnovamento della coscienza critica dei cittadini-elettori, poiché la politica è divenuta una mera disputa morale, che ricorda la responsabilità di ogni singolo cittadino, per testimoniare semplicemente il senso del Vangelo che non è il vile denaro valore supremo sulla terra, ma l’onestà, collante della società moderna, se vogliamo evitare la sicura deriva verso il profondo, baratro.

Concetto Alota

 

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