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Il PD:”L’amministrazione comunale sia accogliente con i profughi afghani”

E’ nota la situazione drammatica vissuta da migliaia di cittadini afgani, uomini, donne, bambini, in seguito alla avvenuta presa del potere degli “studenti coranici”. Decine se non centinaia di migliaia di persone temono per quanto potrà succedere loro, con il brusco ritorno al potere dei Talebani.

Gli attentati all’aeroporto di Kabul che nella notte fra il 25 ed il 26 agosto hanno ucciso decine di civili, tra cui bambini e almeno dodici militari americani, attestano la enorme difficoltà della situazione, accrescendo l’angoscia della popolazione.

Si moltiplicano in queste ore in Italia ed in Europa le richieste di apertura di corridori umanitari per i profughi afghani; molte amministrazioni comunali ed organizzazioni della società civile hanno già manifestato la propria disponibilità a ad offrire rifugio.

Non sappiamo ancora se questo flusso di profughi effettivamente, come si teme, comincerà ad attraversare massicciamente le frontiere, ma è’ importante secondo noi attrezzarsi nei territori per non (ri)cadere nella logica della gestione emergenziale, sul modello dei famigerati CAS (Centri di Accoglienza Straordinari).

L’ANCI – Associazione dei Comuni Italiani, in due sue note del 17 e del 20 agosto, dirette la prima al Ministero degli Interni e la seconda alle Amministrazioni comunali nazionali, suggerisce di ricorrere a quello straordinario strumento che è il Programma SAI (Sistema di Accoglienza ed Integrazione), erede dello SPRAR, dando anche indicazioni operative ai Comuni su come attivare questi percorsi virtuosi, o comunque per offrire collaborazione.

Il SAI è sicuramente, per le sue caratteristiche, lo strumento più adatto a sostenere percorsi di accoglienza e reinsediamento di nuclei familiari; in questo senso anche nel nostro territorio provinciale si sono sviluppate importanti esperienze con l’accoglienza di interi nuclei familiari, provenienti dai campi profughi del medio oriente.

Pensiamo che la Città e l’Amministrazione Comunale di Siracusa debbano e possano esprimere una propria posizione sul tema e svolgere un ruolo in questa vicenda, che appare così lontana, vista attraverso lo schermo di un televisore, ma che in realtà è già oggi a noi molto vicina. In questi giorni è infatti attivo un ponte aereo tra l’Afghanistan e la base militare di Sigonella, con l’operazione “Allies Refuge” – coordinata dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, in collaborazione con l’Aeronautica militare italiana. Sono ad oggi atterrate quasi mille persone, compresi nuclei familiari con donne e bambini; queste persone sono in attesa di essere trasferite verso altre località.

Il Comune di Siracusa, a differenza di molte altre amministrazioni comunali, non dispone ancora di una propria progettualità di accoglienza di secondo livello come il SAI, nonostante la promozione di questa progettualità risulti inserita nel programma elettorale del Sindaco Italia, cui diamo atto di essersi dimostrato non insensibile al tema dell’accoglienza.

Il Partito democratico di Siracusa ritiene che la Città, pur dibattendosi fra mille problemi, possa e debba esprimere solidarietà nei confronti dei profughi afgani, uomini, donne, bambini, e prepararsi ad offrire il proprio supporto, nel momento in cui questo dovesse essere necessario.

Su questi argomenti invitiamo il Sindaco di Siracusa ad aprire una riflessione, insieme con la città.

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