Il sindaco Italia: “L’opposizione avvelena il dialogo con la città”
“La Giunta appena nominata non è frutto di alchimie politiche, ma di una condivisione di metodi e programma maturata e testata in questi primi quattordici mesi di governo della città”. Lo dice il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, a margine della nomina e del giuramento dei tre nuovi assessori comunali.
“Dai giorni immediatamente successivi al nostro insediamento .- continua Italia – abbiamo lavorato per attivare un confronto sereno e costruttivo con la città e i suoi rappresentanti; cittadini, associazioni, corpi intermedi e forze politiche. Abbiamo scelto toni pacati, senza mai fomentare o alzare il livello dello scontro, mostrando un atteggiamento aperto e scevro da pregiudizi, a chi volesse offrire il proprio contributo per il bene della città, convinti come siamo che il terreno dello scontro quotidiano serva solo a coltivare il livore e la frustrazione politica o personale di singoli individui o gruppi. Tuttavia, in Consiglio comunale e nella città, alcune forze politiche hanno sin da subito alzato il tono dello scontro, avvelenato i pozzi del dialogo promosso e già avviato, cavalcando in maniera populistica e irresponsabile ogni occasione di delegittimazione, scontro, in un clima infuocato di costante campagna elettorale. I miei ripetuti appelli alla condivisione di un patto per la città con le forze sane del nostro territorio, non sono caduti nel vuoto.
In Consiglio comunale, alcuni gruppi politici e singoli consiglieri hanno mostrato da subito un atteggiamento più responsabile, aperto al dialogo e, soprattutto, più vocato al confronto reale sulle questioni concrete. Condividere un percorso in salita, in un momento così delicato e difficile per il Paese e per le amministrazioni locali è, d’altra parte, molto più coraggioso, coerente e maturo che strumentalizzare ogni questione al solo scopo di ottenere consenso elettorale per questa o quella parte politica. Ecco perché, oggi, la condivisione di scelte responsabili ha molto più valore di una qualunque fusione a freddo che un accordo asettico avrebbe prodotto”.
“L’approvazione del bilancio – conclude il primo cittadino – da quasi dieci anni non si approvava così presto e con tali modalità – e l’atteggiamento coerente e responsabile mostrato su diverse vicende, alcune delle quali spinose e capaci di sollecitare i più biechi populismi, rappresentano le premesse fondamentali di un nuovo patto per la città. Un patto di governo aperto e ambizioso nel quale convogliare le migliori energie del nostro territorio e al quale mi auguro vorranno dare il proprio contributo il Partito Democratico e quelle altre forze civiche e politiche desiderose di costruire insieme il bene comune del nostro territorio, isolando ogni forma di populismo e individualismo.
In questi primi 14 mesi abbiamo posto le basi per essere agenti di cambiamento. Tenendo in ordine i conti e avviando un’azione profonda di risanamento della macchina amministrativa. Oggi, rinnoviamo un impegno fondato sui valori promossi nel nostro programma elettorale e sulla fiducia, continuando a considerare il bene comune come stella polare di ogni scelta, anche quando impopolare. Nutriamo il desiderio di sviluppare e condividere, insieme alle forze della coalizione e a tutta la città – con particolare riguardo alle nuove generazioni -, un piano delle visioni, ovvero un programma di prospettiva che guardi ad un orizzonte ampio e proietti la nostra città al 2040, partendo da quei valori che consideriamo irrinunciabili in ogni immagine di futuro: legalità, sostenibilità, solidarietà, accessibilità, formazione e inclusione.
Solo in questo modo riusciremo a trasformare ciò che appare obiettivo di un gruppo o di una parte, in valore condiviso: valore per la comunità. La sfida esaltante della quale la profonda trasformazione economica e sociale odierna ci rende testimoni e protagonisti, non ci lascia scelte. Abbiamo il dovere morale di ribaltare i piani delle categorie politiche e di superarle, muovendoci nel campo della azione e non della reazione, della libertà e non del condizionamento, della pace e non del conflitto, dell’inclusione e non della separazione. Solo così la Politica potrà tornare ad essere anima e fiamma della coesione sociale e riuscire a liberare il “daimon” della nostra città”.