Immigrazione: convalidato il fermo di sedici scafisti
C’è voluta l’aula di Corte d’Assise anziché quella piccola del Gip, per ospitare i sedici extracomunitari, presunti scafisti, arrestati tra il primo e il 2 ottobre scorso dai militari della Marina Militare Italiana, nel corso di una battuta anti immigrazione in acque internazionali e poi trasportati al porto commerciale di Augusta, per essere tradotti nel carcere di Cavadonna a Siracusa.I sedici indagati sono comparsi dinanzi al Gip del tribunale, Vincenzo Panebianco, il quale ha disposto per tutti la convalida del fermo e successivamente ha disposto la misura cautelare in carcere per tutti.
Il Gip ha poi disposto la trasmissione degli atti alla Procura distrettuale antimafia di Catania, competente per territorio. Una operazione della Marina Militare – in stretto coordinamento con la Dda della Procura della Repubblica di Catania – quella che ha portato il pattugliatore Borsini e la fregata Maestrale ad intercettare e sequestrare -nel corso della notte tra 1 e 2 ottobre – due “navi maggiori” dedite al traffico di esseri umani ed allo stesso tempo salvare centinaia di migranti e porre in stato di fermo 16 scafisti di sedicente nazionalità egiziana.
Particolare importanza ha rivestito l’operazione svolta dal sommergibile Priniche ha raccolto informazioni determinanti per l’autorità giudiziaria per il contrasto al traffico di esseri umani via mare.
Nave Borsinie nave Maestrale, che controllavano a distanza i movimenti delle due navi,appena hanno rilevato che il peschereccio aveva abbandonato lo yacht con il carico di esseri umani, sono intervenute per assicurare alla giustizia i trafficanti di esseri umani e allo stesso tempo soccorrere i migranti lasciati in balia del mare mosso.
Un team di fucilieri della Brigata Marina San Marco, imbarcato su nave Borsini,ha preso il controllo del peschereccio mentre nave Maestrale ha tratto in salvo 304 migranti (23 donne e 63 minori).
Il contrasto alle organizzazioni criminali che lucrano sulla vita dei migranti ha consentito fino ad oggi di assicurare alla giustizia oltre 300 scafisti e 6 “navi madre” utilizzate per l’illecito traffico mentre sale a 144.000 il numero di uomini, donne e bambini tratti in salvo nelle acque del Mediterraneo Centrale.