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In fiamme l’auto di Fabio La Ferla, presidente O.S.A: “Gesto ignobile, andrò fino in fondo alla vicenda”

E’ accaduto qualche giorno fa, ma solo oggi la notizia è stata resa pubblica. L’auto di Fabio La Ferla, presidente dell’Organizzazione Siciliana Ambientale, è stata distrutta dalle fiamme. Sembrerebbe ci siano tutti gli elementi per supporre un’azione dolosa secondo i primi riscontri della perizia eseguita sulla carcassa del mezzo. E’ difficile però portarla a termine perché l’auto è stata completamente distrutta. “Stavo tornando a Siracusa da Melilli, dove avevo partecipato ad un incontro con tre consiglieri comunali appartenenti al gruppo misto – racconta La Ferla – quando ho avvertito che qualcosa non andava. Mi sono fermato, sono sceso e l’auto è andata in fiamme”. Per lui nessuna ferita, ma solo un comprensibile stato di choc. E’ già stato sentito in Procura e starà ora ai magistrati decidere se aprire o meno un fascicolo di inchiesta. Lui ha già detto tutto ciò che sa. “Non punto il dito contro nessuno – continua – ma andrò fino in fondo a questa vicenda perché la parola d’ordine è non mollare. Avevo pensato di tenere per me quanto avvenuto, ma sarei andato contro la mia natura e così ho deciso di renderlo noto. Se c’è un responsabile, spero che capirà la gravità di quello che ha fatto. Non mi farò intimidire specie se questo gesto si inquadra nell’attività politica che porto avanti per il bene della comunità melillese”.

Fabio La Ferla definisce l’accaduto come un gesto ignobile. “Chi pensa che, così facendo, possa zittirmi – dice – si sbaglia di grosso. Ho già informato le Istituzioni, mettendo a subito a conoscenza dell’accaduto la parlamentare regionale di Forza Italia Daniela Ternullo, punto di riferimento istituzionale della provincia di Siracusa, e tutto il gruppo politico cui appartengo”.

Sui social tanti i commenti di solidarietà nei confronti di La Ferla e di ferma condanna per l’accaduto. Il presidente dell’Organizzazione Siciliana Ambientale viene incoraggiato a proseguire la sua attività, continuando a portare avanti le sue idee. “Piena condanna per questo vile gesto – si legge in un post – E’ uno scempio culturale che mortifica ogni forma di aggregazione sociale”.

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