Inquinamento, la Procura acquisisce supporti informatici all’Ias di Priolo
Gli ufficiali di polizia giudiziaria si sono recati giovedì negli impianti del depuratore consortile di Priolo, gestito dall’Ias. Coadiuvati dai consulenti nominati dalla Procura aretusea, gli investigatori hanno prodotto il decreto di acquisizione di atti con cui hanno proceduto a prelevare diverso materiale informatico e altra relativa documentazione che riguarda il presunto inquinamento. Sono stati acquisiti hard disk relativi alla registrazione dell’attività svolta negli impianti.
L’indagine giudiziaria è successiva a quella denominata “No fly”. Anche in questo caso si tratterebbe di una sorta di continuazione di quell’indagine che abbraccia un campo più esteso sull’inquinamento ambientale, la depurazione e tutte le attività di competenza del depuratore consortile priolese.
In questo secondo filone d’indagine si allunga la lista delle persone, fra dirigenti e tecnici, iscritte al registro degli indagati per un’inchiesta che, scattata nel 2019, è nella sua fase evolutiva con gli approfondimenti disposti dalla magistratura.
“Sin dal primo momento abbiamo dato la massima collaborazione agli investigatori – spiega la presidente dell’Ias, Patrizia Brundo – nell’acquisizione della documentazione e dei supporti informatici che avevano richiesto. Così come riponiamo il massimo della fiducia nell’attività investigativa dell’autorità giudiziaria”.
Quest’inchiesta procede su un binario parallelo rispetto a “No fly” per la quale la Procura, nel mese di marzo, ha notificato l’avviso di conclusione indagine a carico di Versalis, Sasol Italy, Priolo Servizi, Ias e per diciotto fra dirigenti e funzionari delle stesse imprese. Il procuratore aggiunto Fabio Scavone e i pubblici ministeri Tommaso Pagano e Salvatore Grillo hanno chiuso il cerchio delle indagini sull’emissione delle sostanze odorigene nell’atmosfera ritenendo confermata l’ipotesi che le imprese abbiano omesso di adattare gli impianti alle prestazioni attendibili in base alle migliori tecniche disponibili e di attuare le misure tecniche necessarie per contenere le emissioni, provocando lo sversamento nell’aria di quantitativi di sostanze inquinanti connotate da odore molesto.