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Inquinamento. La proposta del Comitato Bagali-Sabbuci-Santa Catrina: “Piantare alberi nei terreni abbandonati dalle industrie e dai comuni”

 

L’aria nelle città è sempre più inquinata. L’inquinamento delle polveri sottili è micidiale per vita. Bisogna cominciare a pensare al futuro. “Un modo valido per arginare l’inquinamento dell’aria nella zona industriale siracusana, è quello di piantare alberi nelle zone a ridosso degli stabilimenti industriali. Far diventare un grande bosco tutti i terreni abbandonati di proprietà delle raffinerie, fabbriche e nelle aeree comunali”. La proposta arriva dal Comitato ambientalista Bagali, Sabbuci, Santa Catrina di Melilli, che ha annunciato di girare la proposta all’amministrazione comunale melillese. “In quei terreni abbandonati che ogni anno il fuoco prende di mira con tutti i pericoli possibili per l’effetto domino. E questo anche attorno alle discariche dei rifiuti andate a fuoco con gravi danni all’ambiente e alla salute dei residenti. E questo nell’ambito di una strategia per disinquinare l’aria e produrre onesto ossigeno; diventa un modo pratico ed economico per aggredire la crisi ambientale in atto – continua il Comitato ambientalista melillese. Il territorio industriale siracusano senza l’apporto degli agricoltori diventa un vero deserto. Un valido e funzionale polmone verde non indifferente, con tanti sacrifici non sempre ricambiati dalla politica regionale e locale. I comuni non si sono mai preoccupati di intervenire in favore dei piccoli agricoltori, ed anzi qualche volta dimenticano di aiutare un settore strategico che viene incontro alla salute dei cittadini nel mantenere il verde esistente, in difesa dell’anidride carbonica e di altri inquinanti gassosi in libertà nell’aria”.       

La conferma sulla validità della proposta degli ambientalisti melillesi d’attuare la piantumazione a tappeto di alberi per combattere l’anidride carbonica, arriva da ricercatori e scienziati. Gli alberi sono alleati del clima, avevamo già letto e sentito giorni fa Ettore Bordonaro, studioso della scienza dell’alimentazione e ambientale per il futuro dell’umanità, che in merito così si esprime: “Economia mondiale permettendo, la tossicologia alimentare e ambientale trova ampio spazio nelle tematiche in atto mal celate. Alla luce delle conoscenze, occorre evidenziare, a proposito delle problematiche emerse nella zona industriale siracusana, dal punto di vista sanitario, che il veicolo principale delle sostanze tossiche, che colpiscono gli esseri viventi è costituito dalle polveri sottili ed extrasottili, è perenne. Per limitare tale fenomeno è auspicabile la piantumazione di circa un milione di alberi assorbitori di anidride carbonica e polveri sottili nello stesso tempo in tutta la zona interessata. L’immediatezza di un simile intervento limiterebbe la diffusione di malattie legate all’inquinamento atmosferico. Tutto il resto, visto i tempi per affrontare gli interventi sarebbe alla fine tardivo e inconcludente”.

Un programma di piantumazione a tappeto nelle zone a rischio; così si potrebbe rimuovere i due terzi delle emissioni che sono state immesse nell’atmosfera da attività inquinanti, killer silenziosi, invisibili. Si posano dappertutto ed entrano persino nei polmoni e nel sistema circolatorio del sangue. Sottilissime, milionesimi di metro e sono il nemico più temibile specie d’inverno. Sono le polveri sottili e il particolato atmosferico, Pm10 e Pm2,5 che entrano in circolo e fanno male al nostro organismo. L’Agenzia europea per l’ambiente ha stimato al ribasso che in Italia sono circa 50.000 l’anno gli esseri umani morti prematuramente da attribuire all’esposizione a lungo termine a questi micidiali inquinanti. Inquinanti atmosferici che sono da considerare quelli con il maggior impatto sulla salute umana. Lo dimostrano anche i più recenti studi epidemiologici dell’Oms sugli effetti sanitari dell’inquinamento atmosferico: a rischio sono soprattutto gli anziani e i bambini che sviluppano precocemente malattie cardiovascolari, asma e tumori.

Concetto Alota

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