Cultura

La battaglia di Vienna del 1683

«Gli infedeli spuntarono sui pendii con le loro divisioni come nuvole di un temporale, ricoperti di un metallo blu. Arrivavano con un’ala di fronte ai valacchi e moldavi addossati ad una riva del Danubio e con l’altra ala fino all’estremità delle divisioni tartare, coprivano il monte ed il piano formando un fronte di combattimento simile ad una falce. Era come se si riversasse un torrente di nera pece che soffoca e brucia tutto ciò che gli si para innanzi.»  (Mehmed, der Silihdar, così da Richard F. Kreutel, Karamustapha vor Wien. Das türkische Tagebuch der Belagerung (Graz 1955))L’11 e il 12 settembre 1683, Giovanni III di Polonia, Jan Sobieski, soprannominato dai Turchi Leone di Lehistan, rompe l’assedio di Vienna, travolgendo con i suoi 14000 Ussari Alati in carica dal monte Kahlenberg il possente esercito Ottomano guidato da Kara Mustafa, spezzando l’espansione Islamica in Europa. Penserà poi Eugenio di Savoia con i suoi Dragoni Imperiali a incalzare gli Ottomani in fuga verso l’Ungheria partecipando alla battaglia di Parkany e alla conquista di Gran fino alla vittoria di Mohács.
Ussari alatiGli ussari alati di Polonia (Husaria in lingua polacca) furono il corpo militare che costituì il nerbo delle forze di cavalleria dell’esercito del Regno di Polonia prima e della Confederazione Polacco-Lituana (v. Unione di Lublino – 1569) poi. Rispetto ai normali ussari, classificabili come forze di cavalleria leggera, gli ussari polacchi erano una forza di cavalleria pesante d’élite. Fondati nel biennio 1574-1576 per volontà del sovrano Stefano I Báthory (regno 1576-1586), grande riformatore dell’armata confederata, gli ussari alati scomparvero per volontà del Sejm (parlamento) della Confederazione nel 1775. Reclutati tra i ranghi della nobiltà polacco-lituana (la szlachta), i Towarzysz Husarski (“Compagni Ussari”) mantenevano alle loro dipendenze piccole squadre di cavalieri (secondo il modello medievale della lancia), da loro armati e stipendiati, e rispondevano direttamente al rotmistrz, comandante supremo dello squadrone (chorągiew) di cavalleria. Caratteristica distintiva degli Husaria erano le “ali”, supporti di legno ornati di penne, assicurate alle loro selle o alle lamine posteriori della loro corazza. I primi ussari menzionati nelle cronache europee erano guerrieri fuoriusciti della Serbia e riparati nel Regno d’Ungheria dopo la conquista ottomana delle loro terre (1459). Il termine ussaro deriva infatti dall’ungherese Huszàr, il quale è una derivazione del serbo Gusar, letteralmente “pirata”. Questi Huszár vennero dai magiari inquadrati nella cavalleria leggera dell’esercito regio come schermagliatori. Erano armati di una lunga lancia, scudo e spada (spesso scimitarre turche vere e proprie).

Durante le guerre volute da Mattia Corvino d’Ungheria, questa truppa di schermagliatori, chiamata ad affrontare non solo l’agile cavalleria ottomana ma anche la cavalleria pesante del Regno di Boemia e degli Asburgo, vide il suo armamentario arricchito da elmetto ed usbergo. I successi militari del re Mattia, capace di contenere la spinta espansionistica del sultano di Istanbul tanto quanto le pesanti ingerenze politico-militari del Sacro Romano Impero, fecero ben presto del suo esercito un esempio da imitare per tutti i potentati dell’Europa Orientale, contribuendo grandemente al rapido diffondersi degli ussari negli eserciti europei del nord e dell’est Europa. Il diffondersi degli ussari tra le file dell’esercito polacco ricalcò la loro precedente comparsa nel Regno d’Ungheria. Nel 1500, stando agli archivi della tesoreria del Regno di Polonia, alcuni mercenari serbi esuli del principato di Raška (chiamati per questo Racowie nei documenti polacchi) vennero arruolati nei ranghi della cavalleria leggera regia. Nel 1503 il Sejm (Parlamento) sancì la formazione del primo reggimento di husaria, riunendo inizialmente tre stendardi di mercenari ungheresi ma finendo poi con l’arruolare anche polacchi e lituani. Ancora strettamente legati al vecchio modello di cavalleria leggera degli ussari serbo-ungheresi, gli husaria non si distinsero particolarmente nelle battaglie di Orsza (1514) ed Obertyn (1531). Il materiale iconografico dell’epoca (fondamentale il dipinto Battaglia di Orša conservato al Museo Nazionale di Varsavia) ci conferma, nell’equipaggiamento di questi primi reggimenti di husaria, il perdurare del modello serbo-ungherese: i cavalieri sono armati di lancia, scimitarra di tipo turco e scudo ungherese; mancano completamente elmi e corazze.

Già al principio del XVI secolo gli husaria si caratterizzando per la particolare vivacità dei colori delle loro giubbe imbottite e per il singolare copricapo (colbacco) di pelliccia, ornato di penne, che portano in battaglia. Intorno al 1550, complice il contatto, nelle regioni dell’Ucraina contese tra il Regno d’Ungheria e la Polonia, tra gli ussari serbo-ungheresi e la vecchia cavalleria pesante polacca (Obrona potoczna), l’armamento e l’equipaggiamento degli ussari iniziò ad irrobustirsi. La riforma dell’esercito polacco-lituano voluta dal Re di Polonia Stefano I Báthory (regno 1576-1586), già voivoda (principe) di Transilvania, a partire dal biennio 1574-1576, completata intorno al 1590, portò alla definitiva creazione degli ussari alati, amalgamando il vecchio modello di ussari con la cavalleria pesante per creare un corpo d’élite cui accedevano ormai non più guerrieri fuoriusciti ma i membri della nobiltà polacco-lituana, gli szlachta. Fu sempre durante il regno di Batory che vennero apportati significativi cambiamenti all’armamentario degli ussari; proprio in questo periodo infatti si diffuse l’uso di pesanti spade ricurve basate sul modello della scimitarra, le Batorówke da cui svilupparono successivamente le szable (sciabole). La vittoria polacco-lituana nella Battaglia di Lubiszew, nel 1577, aprì l’Età d’Oro degli husaria che per oltre un secolo (Battaglia di Vienna, 1683) rimasero invitti sul campo dimostrandosi sempre l’elemento determinante nelle vittorie delle truppe confederate. Esemplare il caso della Battaglia di Klushino, durante la Guerra polacco-moscovita (1605-1618), dove i polacco-lituani, nonostante lo svantaggio numerico di 5 a 1, riuscirono a sconfiggere pesantemente i russi grazie agli ussari alati. Tra le più cocenti sconfitte degli husaria figura invece la Battaglia di Zhovti Vody, durante la Rivolta di Khmelnytsky (1648-1657). I reggimenti di ussari alati, Towarzysz husarski, raggiunsero l’apice della propria potenza nel 1621, quando l’esercito della corona poteva disporre di ben 8.000 unità di ussari agli ordini diretti del Grand Hetman. Con lo scemare della ricchezza e della potenza del Regno di Polonia, unitamente alle massicce evoluzioni nell’arte della guerra europea (v. Battaglia di Klissow nel 1702), i reggimenti di ussari alati, costosissimi da mantenere e sempre meno funzionali da un punto di vista strategico, vennero sistematicamente ridotti. L’unità venne sciolta definitivamente nel 1775 dal Sejm, che integrò i reggimenti rimasti nelle cosiddette “Brigate di Cavalleria Nazionale”.

Giovanni Intravaia

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