La corruzione e l’infiltrazione della mafia nella politica è in crescita
L’intervento – di Concetto Alota –
Il territorio siracusano è da considerare tra i primi posti in Sicilia per i crimini in generale. Attraverso una metodologia originale, che censisce ogni scambio illecito che coinvolge direttamente uomini politici, anche all’interno di altri reati; il concorso esterno in associazione mafiosa, il voto di scambio, ma anche in un quadro della corruzione in molte azioni nei consigli comunali, regionali, oltre che nelle cariche di sottogoverno; tutto si rivela con dettagli interessanti, come la crescita esponenziale di vicende di corruzione in presenza della criminalità organizzata soprattutto. Un paravento nasconde il modus operante degli affari tra politici e mafiosi; prestanome e gregari combinano affari con il denaro pubblico. Scoperti rimane l’esistenza del reato, ma senza l’aggravante della contiguità con la mafia, l’infiltrazione mafiosa nella pubblica amministrazione, dimezzando le condanne e le pene. Una perversa operazione di criminalizzazione della vita quotidiana, che si avvale di molteplici strumenti e meccanismi economici, sociali, politici, legislativi che diventano un terreno fertile per la repressione e la provocazione contro i movimenti di lotta e di protesta politica e sindacale, mentre il Paese reale affonda nella corruzione.
Insiste il rapporto tra potere politico e potere economico. Un fenomeno da riportare su parametri accettabili. Il voto di scambio e le infiltrazioni della criminalità organizzata di tipo mafioso continuano a rappresentare per la società, ma anche per il mondo politico, una minaccia costante non solo e non tanto perché riesce a mimetizzarsi bene, quanto perché, ottenuto il primo consenso, le richieste di “favori”, specie nel campo dei lavori pubblici, non si fermano più. A risentirne è anche il territorio costretto a segnare il passo e a non svilupparsi. Ecco perché l’estirpazione del fenomeno dovrebbe essere considerata preminente su tutto.
Oggi il confine tra legalità e illegalità è inesistente tra economia il legale e l’illegale, la cosiddetta mafia capitalista, inserita nei circuiti finanziari istituzionali in connubio con la politica e la criminalità mafiosa intesa come potere, e niente può fermarla, nemmeno il voto di protesta massiccio; occorre cambiare mentalità e debellare la corruzione e il malaffare. Ma sarà davvero difficile ritornare nei canoni della civiltà e della legalità, dopo aver assaporato facilmente il guadagno dei soldi, il piacere del potere, che sono ormai le carte da gioco, rimaste sul tavolo del popolo vittima delle lobby del potere che decidono cosa dobbiamo mangiare, fumare, leggere sui giornali o ascoltare in Tv, così come a chi dare il voto. Anche tanti media, non tutti per fortuna, quelli appartenenti alla “stampa amica”, si sono adagiati al sistema; il silenzio stampa verso chi foraggia testate e testatine, è pagato attraverso il cerchio magico, in una sorta di estorsione silenziosa se non addirittura attraverso una campagna che difende gli uomini della politica, specie per i sindaci, che usano due pesi e due misure, elargendo “sussidi” e “contributi”, anche di pochi spiccioli, solo a chi parla e scrive bene della loro attività.