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Dda Catania: la guardia di finanza sequestra 110 chili di droga mentre scorre un fiume di soldi nel traffico internazionale

Operazione coordinata dalla DDA di Catania. La guardia di finanza ha sequestrato 110 chilogrammi di cocaina nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Catania su un’organizzazione internazionale di trafficanti di droga. Il carico, diretto a Palermo, è stato bloccato tre giorni fa nel porto di Salerno, ma la notizia si è appresa oggi.

La Procura distrettuale di Catania ha emesso quattro fermi: due sono stati eseguiti a Palermo e uno a Frosinone. Una quarta persona è attualmente irreperibile. I due fermati a Palermo sono Antonino Lupo, fratello di Cesare ritenuto il capo del rione Brancaccio, e Antonio Catalano. La nave con l’ingente carico di cocaina è stata monitorata dalla Guardia di finanza e bloccata al suo arrivo a Salerno, dove sarebbe approdata per errore, perché la destinazione era Palermo. L’inchiesta è radicata a Catania perché da tempo la Dda monitorava i narcotrafficanti che riforniva anche il capoluogo etneo.

I finanzieri di Catania, impegnati da mesi in un’indagine sui traffici delle cosche siciliane, sono intervenuti chiedendo l’appoggio logistico dei colleghi salernitani, dopo che era stato chiaro il cambio di programma nella rotta originaria che doveva portare la cocaina via mare fino in Sicilia. Una modifica legata alla soppressione di una tratta, che ha imposto ai trafficanti di mutare i piani e fermarsi nello scalo più vicino tra quelli previsti dalle rotte di navigazione. Qui hanno trovato decine di finanzieri, che hanno bloccato il container mentre in contemporanea scattavano in altre parti d’Italia gli arresti di destinatari e complici.

Nell’operazione non risultano correità o favoreggiamenti salernitane, ma non è la prima volta che il porto salernitano viene scelto come tappa intermedia per il traffico internazionale di stupefacenti. Se ne sono serviti, fino al blitz del 2016, i Tamarisco di Torre Annunziata, un clan con diramazioni anche nell’Agro nocerino sarnese e che nel capoluogo si sarebbe avvalso della complicità di due addetti del porto, Matteo Rispoli e Antonio Romano, rinviati a giudizio pochi giorni fa dal giudice dell’udienza preliminare di Napoli. Al clan torrese erano destinati, secondo gli inquirenti, i 48 chili di cocaina sequestrati nel porto di Salerno nel giugno del 2014 e anche gli altri 24 chili scoperti sei mesi dopo, parte di un fiorente traffico con l’Ecuador. Il sequestro più ingente risale però al 2002, quando in un container che trasportava lastre di marmo furono trovati 600 chilogrammi di cocaina, per un valore economico che fu stimato in 60 milioni di euro. Cinque anni dopo, nel 2007, altri 250 chili furono scoperti a bordo di una bananiera, anche in quel caso in arrivo dalla Colombia. E si è pure accertato che Salerno è uno degli approdi utilizzati dalla ’ndrangheta, che lo alterna a quello calabrese di Gioia Tauro. Lo ha confermato agli inquirenti Antonio Femia, noto negli ambienti criminali con il soprannome di “Titta” e ora collaboratore di giustizia. Per anni è stato il braccio operativo delle organizzazioni criminali che controllano gli affari illeciti nel porto di Gioia Tauro ed è dall’intercettazione di una sua telefonata con un narcotrafficante sudamericano che gli investigatori ascoltano la citazione dello scalo salernitano come uno di quelli su cui la cosca vanta il controllo.

Più volte la rotta è finita nel mirino della guardia di finanza e indicata nelle relazioni dell’Antimafia, insieme a quelle che portano a Napoli e in Sicilia, per aggirare i controlli dei trafficanti che hanno messo in atto altri sistemi.

L’Ufficio delle Nazioni Unite per il Controllo della Droga e la Prevenzione del Crimine (UNODC) la settimana scorsa ha pubblicato il suo rapporto annuale sull’utilizzo delle sostanze stupefacenti nel mondo. La ricerca analizza l’andamento della produzione delle principali materie prime per realizzare droghe, la crescita o la contrazione dei prezzi e dello spaccio a livello globale utilizzando i dati forniti dagli Stati e dalle organizzazioni internazionali.

Nell’ultimo anno, la produzione globale di oppio è diminuita sensibilmente a causa delle difficili condizioni climatiche in Afghanistan, uno dei principali produttori al mondo della sostanza. Le cose non sono andate meglio per la cocaina con un calo sensibile delle coltivazioni e di conseguenza della produzione. La coltivazione della coca è diminuita di un sesto nel 2010 principalmente a causa della minore produzione in Colombia, uno dei principali fornitori al mondo della sostanza. Gli Stati Uniti rimangono i principali consumatori di cocaina, anche se l’Europa sta guadagnando rapidamente terreno.

I numeri del commercio di cocaina nel mondo. Sul consumo di cocaina incidono la facilità nel reperire la sostanza stupefacente e il suo costo. I dati sui prezzi della coca forniti dal rapporto dell’UNODC arrivano fino al 2009 e mostrano quanto il prezzo di strada, quello per il consumatore, vari a seconda del paese. In Italia nel 2009 erano necessari mediamente 99 dollari per acquistare un grammo di cocaina, il prezzo massimo – 164 dollari – fu raggiunto nel 1992 con 164 dollari al grammo, quello minimo nel 2001 con 89 dollari. Il prezzo all’ingrosso della cocaina in Italia nel 2009 era 57.153 dollari al chilo, nel 1992 ce ne volevano 94mila di dollari per un chilo di coca.

Il prezzo medio della cocaina in Europa è pari a circa 100 dollari al grammo, fatti i dovuti aggiustamenti con l’inflazione. Il paese europeo in cui costava meno era il Regno Unito con 80 dollari al grammo, seguito dai Paesi Bassi con 73 dollari. Il paese in cui costava di più era la Norvegia con 154 dollari al grammo.

Austria – 97 dollari/grammo
Belgio – 71 dollari/grammo
Danimarca – 93 dollari/grammo
Finlandia – 139 dollari/grammo
Francia – 83 dollari/grammo
Germania – 87 dollari/grammo
Grecia – 104 dollari/grammo
Irlanda – 97 dollari/grammo
Italia – 99 dollari/grammo
Lussemburgo – 89 dollari/grammo
Paesi Bassi – 63 dollari/grammo
Norvegia – 154 dollari/grammo
Portogallo – 66 dollari/grammo
Spagna – 83 dollari/grammo
Svezia – 104 dollari/grammo
Svizzera – 82 dollari/grammo
Regno Unito – 62 dollari/grammo
Stati Uniti – 120 dollari/grammo

Le Nazioni Unite stimano che il traffico di cocaina abbia fruttato complessivamente 184 miliardi di dollari. In Europa i consumatori abituali di cocaina sono 8,0 milioni di persone con una media di 30 grammi di cocaina a testa all’anno: quasi un terzo della cocaina prodotta in tutto il mondo viene consumato nel vecchio continente (il 26 per cento nell’Europa occidentale e centrale, il 3 per cento in quella orientale e sud – orientale). Nelle Americhe il consumo interessa 8,4 milioni di persone con 32 grammi a testa. Il 54 per cento di tutti i consumatori di cocaina si trova in quella parte del mondo: 36 per cento nel Nord America, 15 per cento nell’America del Sud e 2 per cento tra America centrale e Caraibi. In Africa in consumatori sono pari all’11 per cento, in Asia al 4 per cento e in Oceania al 2 per cento di consumatori abituali.

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